IL CAPRIOLO DI ORSOMARSO

La famiglia dei Cervidi comprende 53 specie ampiamente distribuite tra America ed Eurasia, comprese le aree tropicali. In Europa vivono 10 specie, una metà delle quali introdotte.

Cervidi presentano corna ramificate, appendici ossee del cranio che si sviluppano ogni anno e cadono dopo la stagione riproduttiva (fregola). Le corna in accrescimento sono ricoperte di pelle riccamente vascolarizzata detta velluto. Ad eccezione della renna, solo i maschi presentano le corna.

Come i Bovidi, anche i Cervidi sono ruminanti ed i maschi hanno dimensioni maggiori rispetto alle femmine.

Tra i Cervidi presenti in passato nel parco Nazionale del Pollino si potevano annoverare il Cervo Nobile (Cervus Elaphus) ed il Capriolo (Capreolus).

Il Cervo Nobile ha un’altezza al garrese di circa 140 centimetri e presenta delle grandi corna molto ramificate. La pelliccia è bruno-rossastra con parti inferiori biancastre. In inverno il manto si infoltisce diventando marrone-grigiastro.

Bruca germogli, foglie di alberi decidui e cespugli, ma si nutre anche di noci e frutta.

Il Capriolo ha un’altezza al garrese di circa 75 centimetri, piccolo e slanciato presenta una coda completamente invisibile e delle piccole corna a tre punte con una caratteristica base bitorzoluta. La sua pelliccia è liscia di un color rosso-bruno, biancastra nella parti inferiori. L’abito invernale è più lungo e di un colore grigiastro.

Bruca soprattutto foglie e cespugli, ma anche erba, funghi, noci e piccoli arbusti. Nel periodo invernale si nutre di germogli e corteccia degli alberi.

Entrambe le specie abitavano per intero l’area del Parco, ma furono perseguitate fino alla scomparsa del Cervo, avvenuta circa mezzo secolo fa.

Il Capriolo, oggi, è presente in un’area ridotta del Parco Nazionale del Pollino con una funzione ecologica molto importante per l’ecosistema del Parco, in quanto, preda dell’unico carnivoro presente sul territorio: il lupo.

Il Capriolo del Pollino è una sottospecie autoctona di rilevanza scientifica. Numerosi avvistamenti si registrarono negli anni ’70 sul massiccio e nel territorio dei Monti di Orsomarso, un’area situata nella parte sud-occidentale del Parco, che lo avrebbe reso noto come il “Capriolo di Orsomarso“.

Dopo gli anni ’70, del Capriolo del Pollino, si persero le tracce fino all’ipotesi di una sua totale scomparsa. Negli anni ’80, il Capriolo, torna ad avvistarsi sui Monti di Orsomarso, in un territorio impervio ed incontaminato di circa 26 mila ettari. L’asprezza del territorio ha consentito la sopravvivenza solo a pochi esemplari.

Essendo un animale solitario e schivo è molto difficile fare il suo incontro, nonostante la mancanza di segnalazioni recenti, sono numerosi gli indizi che dimostrano un graduale ripopolamento del parco.

L’importanza scientifica dei caprioli nel Parco Nazionale del Pollino, ha spinto l’ente Parco ad avviare un programma di conservazione e valorizzazione del cervide. A scopi scientifici, alcuni esemplari della specie di Orsomarso, sono stati muniti di radiocollare, mentre altri, sono stati catturati ed inseriti in un recinto di riproduzione, per avviare una fase di ripopolamento nell’intera area del Parco Nazionale del Pollino.
Fonte: http://www.angololucano.it/pollino.php?pag=3

FotoRETE

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