OCCHIO!! – Imu agricola: ecco cosa prevede il decreto

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La Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 4 del 24 gennaio 2015, che ha rideterminato i criteri di esenzione dal versamento dell’Imu sui terreni montani e parzialmente montani, prorogando ulteriormente il termine per il versamento dell’imposta dovuta per l’anno 2014.

Il provvedimento ha modificato i criteri di esenzione dal versamento dell’Imu sui terreni montani agricolricadenti in aree montane e di collina in senso meno restrittivo. In particolare, l’esenzione dall’imposta municipale propria (l’Imu apppunto) si applica:

a) ai terreni agricoli nonché a quelli incolti ubicati nei Comuni classificati totalmente montani di cui all’elenco dei Comuni italiani trasmesso all’Istat e poi pubblicato dal medesimo Istituto;

b) ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati ubicati nei Comuni delle isole minori di cui all’articolo 25, comma 7, allegato A, della legge n. 448 del 2001;

c) ai terreni agricoli nonché a quelli incolti posseduti e condotti – anche in comodato ed in affitto – dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati parzialmente montani ai sensi del citato elenco Istat.

E’ necessario che il soggetto che concede il terreno in affitto o in comodato a un coltivatore diretto o a un imprenditore agricolo professionale, iscritto nella previdenza agricola, abbia egli stesso la qualifica di coltivatore diretto o di IAP, iscritto nella previdenza agricola. Il riferimento per l’esenzione è dunque l’elenco dei comuni predisposto dall’Istat e, relativamente ai terreni agricoli parzialmente montani, è richiesta la conduzione, anche in comodato ed in affitto. Rispetto al precedente sistema più restrittivo (per il quale erano esenti circa 1.500 Comuni), i comuni a esenzione totale sono oltre 3.450, mentre l’esenzione è parziale per circa 650 Comuni.

A decorrere dall’anno 2015, per i terreni che ricadono nei comuni della cosiddetta “collina svantaggiata”, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, spetta una detrazione di 200 euro. Nell’ipotesi in cui nel relativo elenco allegato al provvedimento, in corrispondenza dell’indicazione del comune, sia riportata l’annotazione parzialmente delimitato (PD), la detrazione spetta unicamente per le zone del territorio comunale che ricadono nel perimetro delle esenzioni ai sensi della citata circolare. Il totale dei comuni elencati nell’Allegato 0A è di circa 1.624, di cui circa 344 indicati con la predetta annotazione parzialmente delimitato (PD).

I nuovi criteri di esenzione si applicano a decorrere dall’anno 2015, nonché anche all’anno 2014, ma, in tal caso, l’Imu non è dovuta se i terreni, che risultano imponibili ai sensi del nuovo sistema, sono invece esenti in virtù del pregresso sistema previsto dal decreto del 28 novembre 2014.

Inoltre, rimangono esenti i terreni a immutabile destinazione agro silvo pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile che non ricadono in zone montane o di collina. Rispetto al termine per il versamento dell’imposta dovuta per l’anno 2014, fissato dal decreto-legge, al 10 febbraio 2015, si segnala l’introduzione di una moratoria fino al 31 marzo per coloro che non hanno pagato entro il 10 febbraio: in ragione della violazione dello Statuto del diritto del contribuente e della confusione oggettiva che si era generata, questi soggetti potranno versare l’imposta dovuta fino al 31 marzo senza applicazione di interessi e di sanzioni.

Ai soggetti obbligati al pagamento dell’Imu, il termine per il versamento per l’anno 2014 è stato fissato al 16 dicembre 2014. A fini Imu, sono considerati non fabbricabili i terreni posseduti e condotti dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

I terreni agricoli godono di una modalità specifica di calcolo della base imponibile: il valore dell’immobile è infatti calcolato applicando al reddito dominicale risultante in catasto, rivalutato (del 25 per cento),un moltiplicatore pari a 135. Inoltre il moltiplicatore da applicare a tutti i terreni, compresi quelli non coltivati, – purché posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola – è stato pari a 110 per il 2012 e il 2013. Esso è stato abbassato a 75 dal primo gennaio 2014. L’aliquota Imu per i terreni agricoli è quella base del 0,76 per cento. I comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,3 punti percentuali. Sono previste limitazioni all’applicazione dell’Imu ai terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti o da imprenditori agricoli professionali, commisurate al valore del terreno.

In particolare, i terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti o da imprenditori agricoli professionali sono assoggettati ad Imu solo per la parte di valore eccedente 6.000 euro, con alcune riduzioni, di importo decrescente all’aumentare del valore dell’immobile.  In sostanza sono esenti da imposta i terreni agricoli di valore pari o inferiore a 6000 euro, in presenza delle condizioni di legge (possesso e conduzione da parte di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali); oltre il predetto importo l’applicazione dell’Imu avviene per scaglioni.

Ma cosa ne pensano le associazioni agricole del nuovo decreto sull’Imu per i terreni agricoli? “Il voto favorevole alla Camera dei deputati sul dcreto sull’Imu agricola è un nuovo grave segnale di disattenzione per l’agricoltura italiana” ha detto Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare. 

Ribadiamo la nostra contrarietà al provvedimento e confidiamo nell’immediata costituzione del Tavolo sulla fiscalità in agricoltura, così come da emendamento approvato, per trovare soluzioni necessarie al settore all’interno di questo strumento” hanno aggiunto le associazioni.

Con l’approvazione di questo provvedimento “il premier Renzi ha concluso il suo assalto alla terra nel nome della marchetta degli 80 euro, che a nulla sono valsi per l’economia italiana. Mentre, nell’anno dell’Expo, l’agricoltura viene considerata solamente un bancomat” ha commentato il deputato del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Labbate. Con questo decreto “i contadini italiani, dunque, sono condannati a pagare un balzello da più parti ritenuto ingiusto, iniquo e definito una vera e propria “patrimoniale sulla terra” ha aggiunto Labbate.

di Rosamaria Freda

Fonte: http://www.alternativasostenibile.it/articolo/imu-agricola…/

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