Ma io sono quella che va via, sempre. La prima volta fu la più silenziosa.
Non parlai, né risposi a coloro che immobili mi salutavano
con il lieve fruscio dei sari mossi dal vento.
(…)
Io sono quella che va via sempre.
Talvolta mi chiedono se sto cercando un posto
in cui l’anima smetterà di vagare.
Un posto in cui fermarmi senza più desiderio di partire.
Chissà.
La gioia è forse potere sempre partire.
Eppure non ho mai lasciato la mia casa.
Me la sono portata via con me – qui, nell’oscurità
del mio essere. Se tornassi indietro,
non troverei
in nessun luogo quella prima casa, là fuori in quella terra-madre.
Non ci permisero di prendere molto ma riuscii a nascondere
la mia casa dietro al cuore.

Orsomarso
Guarda la spiaggia vuota ora al crepuscolo – non c’è sole a indorare le onde,
non c’è luna ad avvolgerle in riflessi d’argento –
guarda l’oscurità che si insinua quando il mare è senza maschera
non è più così bello.
Ora il vento cessa di soffiare a vuoto – mentre la terra chiama
la casa chiama
torna, torna –
Sono quella che va via, sempre. Perché devo – con la mia casa intatta
che sempre cambia così che le finestre non si intonano più con le porte – i colori
si scontrano in giardino –
e l’oceano abita in camera da letto.
Sono quella che va via, sempre, via con la sua casa che può solo restarmi dentro
il sangue – la mia casa che non trova posto in nessuna geografia.
Di Eleanor Wilner
Foto e testo dalla RETE