ALTO TIRRENO COSENTINO – La Preistoria e la Protostoria

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La storia antica dell’Alto Tirreno Cosentino riserva al visitatore-turista, non solo la scoperta di incantevoli luoghi, in diretto contatto con la natura e l’ospitale scenario paesaggistico della macchia mediterranea, ma anche un forte e sentito richiamo derivato “dall’attrattiva” emergente del patrimonio storico-culturale, come testimonianza non frammentaria di tempi ancora oggi misteriosi.

Le Grotte e i ripari preistorici, i resti di insediamenti e villaggi indigeni, le rovine delle antiche città, la presenza di necropoli e monumenti funerari di varie epoche storiche, possono fornire all’osservatore attento quel senso di “tempo puro” che hanno avuto nel passato, non solo come simbolo, ma come spettacolo realistico. Per questo il nostro viaggio si delineerà partendo dagli aspetti topografici e geomorfologici della regione in questione per poi scendere man mano nella micro regione dell’area relativa al sito archeologico di Laos.

Partendo dalle bellezze naturali e dalle peculiarità geologiche, idrografiche ed orografiche dell’intero comprensorio dell’Alto Tirreno Cosentino, passeremo ad uno zoom specifico e di dettaglio sull’area di Marcellina, così come dai percorsi storici dell’intera area arriveremo a zoomare sull’area del parco archeologico di Laos, sfociando nella visita virtuale all’interno del Parco. Il nostro viaggio si svilupperà seguendo un percorso ideale tracciato partendo dall’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, considerata come tracciato principale, sia per i visitatori provenienti da Nord che per quelli da Sud.

Come si arriva
In auto: Sia per chi giunge da Nord che da Sud, lasciando l’autostrada A3 al casello di Lagonegro, in Basilicata, è possibile raggiungere tutti i comuni dell’Alto Tirreno Cosentino, collegati dalla S.S. 18 che attraversa per intero l’area, godendo anche di una piacevole guida lungo la costa tirrenica.
In treno
Stazioni: Importanti nodi ferroviari sono: Sapri in Campania; Scalea, Paola, e Cosenza in Calabria.
Per raggiungere poi i comuni dell’Alto Tirreno Cosentino dall’autostazione di Cosenza e anche con partenza da Roma e altre città del Nord e Centro Italia ci sono pullman di varie linee private dedicati al trasporto pubblico locale.
In aereo
Aeroporti: Gli Aeroporti più vicini dove atterrare sono Lamezia Terme e Napoli.

Fiume Lao

La storia ed i luoghi

Il territorio interessato dal progetto corrisponde alla fascia costiera tirrenica più a Nord della provincia cosentina ed al suo immediato retroterra.
L’area presenta caratteristiche unitarie tanto per la sua conformazione geo-morfologica che per lo sviluppo storico. E’ infatti caratterizzata dalla presenza di sistemi montuosi immediatamente a ridosso della linea di costa, sono le propaggini occidentali del Massiccio del Pollino, solcate profondamente da fiumi e fiumare che si gettano nel Tirreno. In corrispondenza delle foci dei due principali fiumi, il Noce ed il Lao, si aprono delle piccole pianure costiere formatesi con l’accumulo di detriti alluvionali, circondate da corone di terrazzi di origine marina favorevoli agli insediamenti umani e allo sfruttamento agricolo.

Le due piccole pianure costiere sono chiuse da promontori rocciosi a precipizio sul mare, ricchi di grotte naturali, di anfratti e di calette protette, utili all’approdo; la piana del Noce è delimitata a Nord dal promontorio di Castrocucco, mentre la piana del Lao più estesa è delimitata dal promontori di Capo Scalea a Nord e dalla punta di Cirella a Sud. Gli isolotti di Dino e Cirella molto vicini favoriscono l’ormeggio e rappresentano elementi geografici importanti e di particolare visibilità lungo tutta la costa tirrenica meridionale, priva per lo più di buoni porti naturali.

Le vallate dei fiumi principali rappresentano le vie di penetrazione verso l’interno più facilmente praticabili, risalendo il corso del Noce infatti si raggiunge il Lagonegrese, mentre la lunga valle del Lao permette di raggiungere la Conca di Castelluccio e di risalire fino al valico di Campotenese, da dove si può scendere verso la Sibaritide e la costa ionica seguendo la valle del Coscile.

In un territorio geomorfologicamente così complesso ed articolato e così ricco per le attività agricole e produttive, è ovvia la presenza di numerosi siti archeologici di epoche storiche diverse. Prima di iniziare il nostro viaggio, diamo uno sguardo ai periodi storici della regione e ai ritrovamenti e rinvenimenti più significativi.

In un tale quadro geo-morfologico appare chiaro come tutta la fascia costiera caratterizzata da formazioni calcaree a picco sul mare risulta occupata da insediamenti in grotta e all’aperto fin dal Paleolitico Inferiore.

Basti pensare al giacimento all’aperto di Rosaneto di Tortora, uno dei più antichi di tutta Italia, risalente a circa 300.000/150.000 anni fa, dove sono state rinvenute tracce di un insediamento di cacciatori.

Nel Paleolitico Medio si assiste ad una progressiva occupazione delle numerose cavità naturali che si affacciano sul mare, che garantivano ai gruppi umani protezione e riparo da agenti atmosferici e da animali selvatici e possibilità di approvvigionamento alimentare, grazie alla caccia e alla pesca.
Basti pensare ai siti di Torre Nave di Tortora, di Torre Talao di Scalea, e lo Scoglio di S. Giovanni di Cirella.

Tortora, Torre Nave

Nel Paleolitico Superiore, in seguito al raffreddamento delle temperature e all’innalzamento del livello del mare, alcune di tali grotte furono abbandonate e vengono occupate delle altre, tra cui la Grotta della Madonna di Praia a Mare, la Grotta e Riparo del Romito di Papasidero, ed altre.

Diversi altri siti e piccoli insediamenti sono stati individuati appartenenti al Neolitico, dove la Grotta del Romito assume un ruolo di particolare rilievo, quale passaggio obbligato lungo la direttrice Tirreno-Ionio seguita dai trasportatori di ossidiana.

Con l’ età del Bronzo (II millennio a.C. circa) si assiste ad una rarefazione degli insediamenti, limitati alla Grande Grotta della Madonna di Praia, e ad altre grotte più piccole, quali Grotticella Cardini a Praia, Grotta della Monaca di Papasidero, Grotta di San Michele di Grisolia. Nel corso della media età del Bronzo (XVI-XIV sec. a.C.) l’insediamento di Praia raggiunse la sua massima espansione con l’appendice della vicina Grotticella Cardini, sede di un culto o del capo tribù, e si ipotizza che in questa epoca la comunità di Praia, grazie anche alla vicina isola di Dino, fornita di un piccolo approdo all’estremità nord-orientale, abbia potuto intrattenere rapporti commerciali e culturali con i naviganti Egei che iniziavano a spostarsi verso occidente alla ricerca di materie prime.

Col Bronzo Medio si esauriscono tutti gli insediamenti in grotta e non vengono più rioccupati, segno di un evento traumatico, si pensa forse ad un collegamento tra questa evidenza archeologica e le notizie storiche circa la calata di popoli stanziate lungo i confini tra Lazio e Campania, gli Ausoni, che conquistarono l’arcipelago delle Eolie, documentato dalle ceramiche totalmente differenti del Bronzo Recente.

Scarsissima è anche la documentazione relativa all’ età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.), limitata ai piccoli rinvenimenti di frammenti di ceramica di superficie in alcune località interne.

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Fonte: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria

Foto: Rete

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