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Si torna a parlare di infrastruttura ferroviaria e, ahinoi, si torna a ignorare le carenze strutturali del sud Italia, un ritardo atavico e decennale che ha difatti estromesso una parte della penisola dal traffico merci su rotaia, oltre a limitare il trasporto passeggeri tra le varie città del sud (vai all’articolo). Ebbene, entriamo nei dettagli del nuovo piano del governo che prevede investimenti per 9 miliardi di euro, rinfreschiamoci la memoria e scioriniamo un po’ di numeri, tanto per tracciare il solco che divide le due estremità dell’Italia: nelle stazioni delle grandi città del nord transiterà un treno ogni 3 minuti; in alcuni scali merci, ovviamente al nord, i Tir saranno caricati direttamente sui convogli; i treni trasporteranno i passeggeri fin dentro gli aeroporti (chiaramente al nord).
Oltre a migliorare la capacità delle linee (quantità e qualità dei treni), il provvedimento riguarderà anche alcune migliorie nelle seguenti stazioni ferroviarie: Roma riceverà 172 milioni di euro, Firenze 70 milioni, Milano 45 milioni, Torino e Bologna 30 milioni. E per le vetuste stazioni del sud? Niente, non fatevi illusioni e, soprattutto, nessun piagnisteo.
La legge di Stabilità 2015 e lo Sblocca Italia porta quindi nuova linfa nelle casse del governo che, di conseguenza, decide di alzare la soglia degli investimenti infrastrutturali ferroviari. Dai quasi 5 miliardi previsti si raggiunge quota 9 miliardi, di cui soltanto 474 milioni finiranno al sud. In sostanza vuol dire al nord si investe 19 volte la somma che si investe al sud. Un abisso. Riportare l’elenco di alcune delle Grandi Opere programmate è un lavoro frustrante ma altrettanto doveroso: 1,5 miliardi saranno destinati all’alta velocità Verona-Brescia; 1,5 miliardi alla tratta a Verona-Vicenza; 869 milioni per la Brennero; 600 milioni per il valico dei Giovi.
Siamo costretti a ricordare quanto la sede infrastrutturale ferroviaria sia fondamentale per lo sviluppo industriale di un territorio. La capacità delle linee meridionali sono a dir poco antiquate, indefinitivamente lontane dagli standard europei e incapaci di soddisfare i grandi gruppi industriali. Per dare un’idea dell’arretratezza e semplificare l’argomento possiamo affermare, senza tema di essere smentiti, che i container merci moderni non possono circolare sulla rete ferroviaria meridionale poiché (ebbene sì) non passerebbero nelle gallerie.
Fonte: http://www.ilvaporetto.com/ferrovie-del-sud-dimenticate-al-nord-si-investe-19-volte-la-quota-prevista-per-il-mezzogiorno/
Foto RETE