PARCO DEL POLLINO – Note di folclore e gastronomia

Venditore di alici u cugnitto

Venditore di alici u cugnitto

Folclore

I paesi dell’Alto Tirreno calabrese conservano ancora oggi, e per certi aspetti intatti, usanze, costumi, tradizioni, feste, che ci riportano indietro negli anni, quando dalla terra e dal duro lavoro  dei campi le  nostre genti ricavavano tutto il necessario.

Varietà e ricchezza di ornamenti caratterizzano i costumi che si usavano indossare e che oggi frequentemente rivediamo in occasione di feste nuziali, religiose, popolari.

LUNGRO - Danza albanese

LUNGRO – Danza albanese

A Verbicaro, il vestito delle donne, interamente filato e tessuto a mano, era di colore rosso porpora, con gonna di panno  e corpetto di velluto e le maniche attaccate con nastri.

Della vecchia tradizione oggi sopravvive, nell’uso comune, il copricapo, detto “u malieddo,” ed una gonna di color blue o marrone, con una camicia bianca ricamata e corpetto di velluto.

Battenti di Verbicaro

Battenti di Verbicaro

II calendario è particolarmente ricco di feste in cui elementi pagani e cristiani convivono.

I dialetti sono stati oggetto di numerosi studi da parie di autorevoli ricercatori; essi risentono di derivazione dal greco, dall’arabo, dallo spagnolo, dal francese; in sintesi da tutte le presenze straniere che si sono avvicendate nel corso dei secoli nel nostro comprensorio.

Dall’incontro di queste diverse culture si è profilata una propria identità culturale di cui le, credenze popolari, i proverbi e mille altri usi sono un aspetto.

I canti, che parlano di amore, di lavoro, di sdegno, sono una testimonianza della vitalità, del sentimento, del carattere, delle nostre genti, a volte aspro e duro, a volte gentile, delicato, capace di una struggente poesia.

Cedro

Cedro

Gastronomia

Alcune delle pietanze tradizionali si sono perdute, sostituite da nuove abitudini alimentari, altre continuano ad essere preparate con la stessa meticolosità di un tempo.

Ricca ed abbondante si presenta la varietà dei primi piatti: “Capiddri d’angilu”, tagliolini fatti in casa, cotti  con brodo di gallina; i “fusilli” conditi con sugo di carne di capra o di maiale, la “Pasta con le. alici” o “la pasta con il sugo di seppia”.

Tra le minestre: il minestrone di cavoli, patate, fagioli e salsiccia; le fave con finocchio selvatico e prosciutto; i fagioli con cotiche e prosciutto.

Il capretto alla griglia, le vraciole a lu grassu (involtini di carne con grasso di maiale) e le mazzacorde (involtini di interiora di agnello), danno lustro ai secondi piatti.

Né potevano mancare in questo sommario elenco delle specialità locali piatti a base di pesce: le alici sotto sale e pepe rosso, serviti con olio sono ottime come antipasto; la rosamarina (bianchetto) viene preparata  nei modi più vari, cruda con il limone, a “grispelle” (mesco lata con una pastella di farina, uova ed acqua e poi fritta).

Uccisione del maiale

Macellazione del maiale

Quasi tutti questi piatti richiedono una gran quantità di peperoncino piccante per  cui le bevute sono ampie e generose.
Buonissimi anche il formaggio ed i salumi: tra i primi la ricotta di latte di pecora, tra i secondi il capicollo, le salsicce, il prosciutto, la “vuccularo” (pancetta molto buona se gustata con pane integrale e fave crude).

Tra i dolci è d’obbligo ricordare quelli di Pasqua e le “bambole” (pasta di ciambellone intrecciata  a forma di bambino fasciato dove il viso è rappresentato da un uovo sodo. I fichi secchi preparati a crocette con noci e cedri canditi, le pesche secche e le tradizionali “chinole”, dolci preparati con ripieno di castagnaccio e ricoperti di miele d’api, sono altre ghiottonerie consumate in tutte le ricorrenze festive dell’anno

Fonte: RETE

Foto RETE

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