‘Nsaccasanti

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È Filomena Cersosimo, meglio nota, però, come Filomena ri ‘Nsaccasanti.

Perché ‘Nsaccasanti?

Sono andato da Angelo, suo nipote, che, con la consueta gentilezza, mi ha spiegato tutto.

Il nonno di Filomena, Giuseppe, aveva una scrofa che chiamava “Frica Frica”. Questa  spesso se ne andava con i cuccioli a cercare cibo nel Canale sotto il Palazzotto.

Un giorno al Palazzotto c’era gente. Giuseppe cercava di tenere sotto controllo le bestie urlando: “Frica Frica, vai dda!; Frica Frica, veni qua!”, per non farle andare a fare danni negli orti.

Un signore fece notare a Giuseppe:

“Mara mia, cumpa Gise’, cu tanti signorine che ci su nun ci fai na bella figura a dici cusì!”

“Prova tu e chiamala come ti pare e biri si bena.”

Malgrado i molti tentativi del morigerato compatriota la scrofa non si mosse.

“Frica Frica, veni qua”, e la bestia si diresse verso Giuseppe.

Arrivata al Palazzotto, lo sporgersi ed il vociare delle persone la spaventò. Si mise a correre, procurando spavento e qualche caduta.

Giuseppe cominciò a perdere le staffe. I santi del calendario li girò in lungo ed in largo.

“Manneia li setti Maronne ‘mpanuzzati ‘nta nu cirnicchio”.

E via di questo passo, senza distinguere tra angeli, arcangeli  patriarchi, Madonne e Domineddio.

“Cumpa Gise’, mara  mia, assimigghjisi  propriu a nu ‘NSACCASANTI!”

E ‘Nsaccasanti fu.

Con la fine della civiltà contadina, però, anche ‘Nsaccasanti è scomparso.

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