BIOMASSE DILAGANTI: E’ TEMPO DI FERMARLE!

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A cavallo tra Calabria e Basilicata, il Pollino e i Monti di Orsomarso, con l’adiacente poco conosciuta, ma meravigliosa Valle del Lao, hanno tutte le qualità indispensabili per diventare mete apprezzate dal più civile e consapevole eco-turismo internazionale. Non vanno quindi sacrificati a industrie invasive, cementificazioni e urbanizzazioni, né tantomeno immolati sull’altare pericoloso e inquinante di inceneritori, centrali a biomasse e a biogas. E’ ora che riscoprano la propria anima e vocazione, orientandosi verso il patrimonio storico, artistico, archeologico e il turismo responsabile, l’agricoltura e i prodotti di qualità, la vita in armonia con l’ambiente e le tradizioni conservare e valorizzare.

PARCO DEL POLLINO Serra delle Ciavole

PARCO DEL POLLINO Serra delle Ciavole

Uno dei pericoli incombenti sono proprio le centrali a biomasse, che stanno già portando ovunque al frenetico taglio di alberi con i più demenziali pretesti, alla devastazione progressiva dei migliori boschi italiani, con enormi e irreparabili danni all’equilibrio ecologico e idrogeologico, alla biodiversità, al clima, al paesaggio e, ciò che spesso viene fatto celato alle comunità locali, alla stessa salute umana e qualità della vita. Gli incentivi a pioggia, gli appetiti dei tagliatori, l’avidità di guadagno, la cronica ignoranza, la mancanza di veri controlli, le complicità omertose, la supina acquiescenza dei cittadini disperati e rassegnati, le tangenti sotterranee possono fare il resto. Basti pensare ai trasporti di lungo raggio, inquinanti e inammissibili, e alle nefaste conseguenze sanitarie ormai innegabili, malgrado i goffi tentativi di nasconderle, a causa degli effetti nocivi delle emissioni, delle nano-particelle e delle polveri sottili.
E’ tempo di intervenire per bloccare questo ennesimo attentato alla vita e al futuro del nostro Paese, e gli strumenti per opporsi non mancano: ma occorre anzitutto che la gente oggi indifesa e succube, spesso soggetta a “ricatto occupazionale” come nel tristemente noto “Caso Ilva di Taranto”, venga adeguatamente informata e prenda coscienza della realtà. E che su argomenti di tale rilievo possa finalmente esprimersi una consapevole, libera e democratica volontà popolare.

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Un nostro recente sopralluogo nella zona della Centrale del Mercure, dove anche al primo approccio l’insalubrità e le contaminazioni ambientali emergono con evidenza, ha confermato l’assurdità di una politica che danneggia le vocazioni autentiche del territorio, e impoverisce sempre più l’avvenire delle comunità locali. Ma ancor più ci ha sorpreso il fatto che, a stretto contatto con il Parco Nazionale più bello, famoso e importante del Mezzogiorno, il Potere pubblico non abbia saputo esprimere la propria netta avversione in proposito.
In questi giorni, in cui i Geoparchi UNESCO si riuniscono proprio in quella zona, e tutti i politici accorrono a pavoneggiarsi per il valore e la bellezza del Pollino, restiamo in fiduciosa attesa di udire voci qualificate, che si levino in difesa del patrimonio straordinario di questa parte del Mezzogiorno, e annuncino il blocco e la riconversione di ogni attività, impianto o progetto dannoso all’ambiente, prima che sia troppo tardi. E varino un piano di civili interventi a favore della natura, capace di impegnare le forze attive e giovanili nel rilancio di quest’angolo tra Calabria e Basilicata, per richiamare da tutta Europa e oltre un nuovo, fecondo Grand Tour.
Prof. Franco Tassi

Coordinatore Comitato Parchi Nazionali

Fonte: pagina fb dell’autore

Foto RETE

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