Divina, Ilda ed i luoghi dell’anima

Elia Ziccarelli, metà anni '50

Elia Ziccarelli, metà anni ’50

 

A distanza di alcuni mesi eccomi ancora qui, presenza non prevista, onorata ospite di “Orsomarso Blues”, con un breve racconto ispirato alla vicenda familiare di mia madre, Elia Dora Desiderata Ziccarelli, e sua cugina in secondo grado, Ilda Ziccarelli Pandolfi.

Io stessa non avrei supposto che l’espediente del ricordo di un fatto privato potesse divenire l’esortazione ad una condivisione pubblica, per rivestire il carattere di exemplum rivolto a coloro che vivono lontano dal proprio paese, trasformandosi in occasione di omaggio per rinnovati incontri e riflessioni sul tema dell’emigrazione, delle cicatrici inferte dalla separazione avvenuta, in illo tempore, dagli affetti e dai luoghi, ora infinitamente cari alla memoria dei nostri connazionali che vivono definitivamente all’estero.

Ringrazio, ancora una volta, Cosma Di Leone per l’attenzione che ha rivolto al mio scritto, di cui è egli stesso, in qualche modo, artefice, avendo favorito l’incontro virtuale tra me e Ilda attraverso le pagine de “I luoghi dell’Anima”, e che, lusingandomi, ha voluto riproporre nel suo apprezzato e seguito Blog.

Ringrazio, ancora una volta, la casa editrice che ha concesso la liberatoria per la nuova pubblicazione, che segue quella edita all’interno della rivista culturale “CONFLUENZE”, Anno IV n. 1 – Gennaio/Aprile 2016 – Comet Editor Press Marzi (CS).

Grazie di cuore a tutti coloro che, emozionandosi, hanno ritrovato nell’ordito delle mie vicissitudini familiari anche un pezzetto della loro storia e dei loro sentimenti personali, testimoniando l’attaccamento verso Orsomarso, terra “madre”, unica e preziosa.

 

Con profonda riconoscenza

Divina Lappano

 

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Divina

 

LETTERA DAL BRASILE

Esplorando la Riserva Naturale nella Valle del Fiume Argentino

 

A Ilda

 

I rintocchi della Torre dell’Orologio, di cui mio nonno realizzò i preziosi ingranaggi e la sua adorata figlia, la mia dolce mamma, divenne amabile custode negli anni della fanciullezza, mi riscossero dai pensieri e il soffio del vento mi deliziò con l’intenso profumo di arbusti, cespugli e resina, diffuso nell’aria frizzantina del mattino, facendo sfumare la mia visione che li vedeva aleggiare con un sorriso radioso e avvolgente nell’amena Valle dell’Argentino, incastonata nel Parco Nazionale del Pollino, nei pressi del piccolo paese calabrese di Orsomarso, cinto dalle montagne ai confini con la Lucania.

Le fronde degli alberi oscillavano e, pian piano, mi avviai verso un riparo, dove avrei potuto leggere con calma la lettera di una parente emigrata in Brasile anni or sono. Quando ero bambina mia madre spesso mi raccontava, con dire fiabesco, del lungo viaggio per mare che, nei primi anni del Novecento, portò suo padre, Luigi Ziccarelli, il mio prediletto nonno, e, diversi anni dopo, sua nipote Ilda e i suoi familiari ad oltrepassare l’oceano e la soglia della memoria, per giungere nelle cosiddette “terre dell’oblio”, terre così lontane che gli stessi ricordi diventavano memorie sbiadite dal tempo, quasi irreali, profumate dall’odore inconfondibile della nostalgia di casa.

Ripercorsi il sentiero e camminai fra ciottoli, speroni rocciosi, gradini ammantati di foglie, finché arrivai presso un salice che con i suoi rami argentei era inclinato a mo’ di cupola non distante dal fiume Argentino, che faceva sentire la sua presenza nel perpetuo scorrere delle acque cristalline, aprendosi inaspettatamente in rapide selvagge e cascate fragorose, immerse nella natura incontaminata di quel paesaggio magico. Mi sedetti sull’erba fra le radici legnose, estrassi la lettera dalla tasca, esitai un attimo e, poi, sospirando iniziai a leggere:

 

<<Cara Divina, sono Ilda, cugina in secondo grado di tua madre Elia, ho appreso della giornata trascorsa a Orsomarso, per rivisitare i luoghi dell’infanzia della tua mamma, lungo il cammino dei ricordi. Ormai sei una donna e, pare, molto bella, proprio come lei, anche se nei tuoi tratti conservi pure la fierezza e la nobiltà d’animo di tuo padre. Deve essere stato molto emozionante quanto hai vissuto e avrei voluto condividere questo momento con te. Da alcuni anni non vedo il mio paese natio. È sempre intensa la nostalgia delle radici. Qui a Rio de Janeiro mi capita di avere l’illusione di rivedere montagne, speroni rocciosi, boschi e radure di Orsomarso; allora sospiro e sorrido al contempo. Foto, video, nomi e volti noti riemergono dalle pagine di Facebook e sembra quasi di essere lì. Visitando il sito “www.orsomarsoblues.it”, curato con amorevole dedizione e premuroso impegno dal Prof. Cosma Di Leone, ho avuto occasione di vedere anche la foto della tua mamma… Esattamente come la ricordavo, nel suo abitino nero, con un cappellino di velo nero e un sorriso dolce e mesto insieme. Grazie a questo sito e alla relativa pagina Facebook ho avuto spesso occasione di commentare in tempo reale e partecipare alle vicende quotidiane del mio amato paese natio. Sicuramente tutto ciò ha reso meno vivo il dolore generato dalla distanza, aprendo ad una nuova visione del mondo: lo spazio e il tempo ormai si amplificano, si dilatano e si accorciano… A volte mi sembra di perdermi in questa dimensione virtuale e nella sua bizzarra realtà, ma è quasi un miracolo potere comunicare così velocemente da una parte all’altra dell’emisfero. Ricordo quando, per l’arrivo di una lettera, bisognava attendere mesi ed erano necessari tempi di navigazione infiniti per approdare nelle Americhe. Ora tutto è cambiato, la comunicazione è immediata, il sentimento di lontananza ha assunto una nuova veste nella nostalgia del passato e di un presente, che si dipana nella dimensione della contemporaneità e della condivisione collettiva.

Luigi Ziccarelli con i figli del fratello Giuseppe a Caracas, primi del '900

Luigi Ziccarelli con i figli del fratello Giuseppe a Caracas, primi del ‘900

Tornando a noi, come Elia Dora Desiderata (belli i nomi di mia cugina!) ti avrà raccontato, ero piccola quando venne in visita a Orsomarso. Bellissima come il sole, era vestita a lutto per la perdita della mamma e il biondo dei suoi capelli contrastava con il cappellino dal velo nero (lo stesso che ho riconosciuto nella foto su internet). Una donna forte e colma di dignità, la tua mamma, colpita da troppi lutti e dolori, fin dal fiore della sua giovinezza! Elia, ormai trasferitasi a Cosenza con la sua famiglia, venne in paese e si recò in visita dai miei genitori. Conservo un ricordo indelebile di quel passaggio e del suo affetto per me. In quella circostanza mi portò in dono un uovo pasquale… Io sgranai gli occhi dinanzi a quel tripudio di fiocchi e colori: non avevo mai visto un uovo di Pasqua! Negli anni ’50 in un paese perso tra le montagne nessuno ne aveva mai visto uno! Fu grazie a lei che seppi dell’esistenza delle uova di Pasqua. Da persona sensibile e premurosa ebbe l’animo di coccolarmi con una novità assoluta, che suscitò la curiosità di tutti. Le sono grata per quell’atto di amore ed è profondo l’affetto che mi lega a lei. Quando si è piccoli certe emozioni segnano il cammino e lei mi regalò uno dei momenti più dolci della mia infanzia, che non ho mai dimenticato e, oggi, sono felice di poterne condividere le memorie con te… Tutto questo grazie al miracolo di internet e al sito dedicato agli orsomarsesi sparsi nel mondo, che unendo storie e vissuti della comunità calabrese e dei suoi figli, quelli che sono rimasti e quelli che sono partiti, mi ha permesso di entrare in contatto anche con te!

Ho appreso dal libro Elia, mia cara. Il bruco e la farfalla, che le avete dedicato, come atto d’amore infinito nel commiato da questa terra, delle amorevoli cure con cui l’hai assistita per oltre dieci anni, a causa della sua lunga e grave malattia. Ho letto il libricino. Non ho parole per esprimere quello che ho sentito . Il mio sincero rispetto e ammirazione per Saverio. L’ amore che ha espresso per Elia è stato più grande di quello di un figlio. Auguri a te per avere un marito cosi amorevole. Che Dio vi dia salute e pace, per godervi una vita serena. Penso che il tuo amore abbia fatto miracoli e le abbia consentito di vivere avvolta nel calore familiare, alimentato dalla costante e affettuosa presenza tua e di tuo marito. Il vostro omaggio è bellissimo e mi ha fatto commuovere. Elia, dal cielo, deve essere orgogliosissima di te. Bravissima Divina. Sei una persona speciale e mi fa piacere che abbia ripreso il tuo incedere nel mondo. Chissà se potrò conoscerti di persona? Il Brasile è molto lontano dall’amata Calabria, ma mi auguro di poter ritornare presto ad Orsomarso, affinché possa riabbracciare persone care e rivedere posti amati. Potrei avere anche l’occasione di fare la tua conoscenza e tessere con te la tela dei ricordi e degli affetti. Intanto, lungo la scia dei desideri, ti invio i saluti e gli auguri più cari e mi permetto di ricordarti che sei famiglia, focolare, roccia per tante persone e magari, nella tua meravigliosa grandezza d’animo, nemmeno te ne accorgi! Ti voglio bene come ne ho voluto e ne voglio ancora a tua madre…

Tua Ilda

Ilda Ziccarelli con la sua famiglia

Ilda Ziccarelli con la sua famiglia

P.S. Nella lettera troverai le foto della mia famiglia… Così potrai conoscere tutti noi!>>.

 

Ripiegai la lettera, mi asciugai gli occhi e rivolsi lo sguardo lucido di lacrime verso la Torre dell’Orologio: ancora una volta mia madre aveva ricamato una trama tutta per me col filo del suo cuore, favorendo eventi e incontri imprevedibili, per farmi sentire, ancora una volta, il tocco magico della sua presenza. Mi parve di rivederla bimba, con i suoi riccioli biondi scompigliati dal vento, mentre sorrideva e vagava fra angoli remoti dell’altura, da dove si udivano i rintocchi dell’orologio, continuando a ricamare, come magistralmente sapeva fare, intessendo, ora, radici e affetti, memorie ed eterni ritorni. Le rimembranze volteggiarono al soffio del vento e lo sguardo si perse verso la vallata avvolta da montagne ricoperte di alberi secolari, che si insinuavano fra pietre a segnare il passaggio del tempo. Lo scroscio argentino delle cascate, le case tinte di rosa, i tetti rosseggianti e i pini svettanti lungo i fianchi delle montagne mi carezzarono l’animo, infondendo conforto e dolcezza.

Mi riscossi, mi rialzai e ripresi la strada del ritorno. Desideravo ripercorrere, in centro, Via Giuseppe Ziccarelli, intitolata al fratello di mia madre, caduto in guerra. Per me significava seguire ancora una volta il corso dei ricordi, avendo come guida la mia mamma, che io considero, ormai, non solo custode della Torre ma anche madrina di Orsomarso, racchiusa idealmente in battito d’ali di farfalla, destinata a guidarmi quel giorno e sempre lungo il sentiero di affetti e memorie, facendomi giungere notizie inattese e afflati materni da Rio de Janeiro.

Grazie, mamma. Grazie, Ilda.

 

Un grazie sentito a Cosma Di Leone, per il lavoro encomiabile di ago e cucito che quotidianamente svolge dedicandosi alla comunità di Orsomarso, ai suoi figli vicini e lontani, attraverso la pubblicazione di scritti, foto e memorie nel blog che porta il nome di Orsomarsoblues. Egli ha reso un grande servizio ai compaesani che hanno vissuto il dramma dell’emigrazione. Nel mio caso ha permesso che questa storia assumesse forma concreta e visibile, riunendoci intorno al sacro fuoco della passione per la nostra terra: storia, cultura e vite vissute in ogni tempo memorabile. La memoria porta con sé il valore e il significato stesso dell’umana esistenza: la memoria è identità, l’identità ci restituisce la nostra storia, l’appartenenza ad una civiltà, ci rende essere liberi… Ci rende umani! Grazie, dunque, a tutti coloro che, da tutto il mondo, con le loro testimonianze partecipano alla realizzazione di questo prodigio che avvicina i cuori e accorcia le distanze.

Divina Lappano

 

 

Giuseppe Ziccarelli (a sx) alla Marina

Giuseppe Ziccarelli (a sx) alla Marina

 

 

Sono molto riconoscente a Divina Lappano, ad Ilda Ziccarelli ed alla Comet Editor Press Marzi per aver permesso che ORSOMARSO BLUES potesse ospitare questo racconto di vita vissuta. Ne sono onorato. È una pagina intensa che catturerà le emozioni di tanti.

L’emigrazione ha segnato la vita di generazioni, in modo diretto o indiretto. L’ultimo numero di CONFLUENZE ha pagine belle sull’argomento; leggetele ne sarete arricchiti.

Sapete  che I LUOGHI DELL’ANIMA cercano di essere l’album di famiglia della nostra piccola comunità. “Mattoni” preziosi sono le foto ed i ricordi. Questi della famiglia Ziccarelli sono coinvolgenti. Mette malinconia constatare che ad Orsomarso nessuno più porta questo cognome. Con la scomparsa  di Edelinda e di Rodolfo è scomparso anche questo cognome.

 

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2 Replies to “Divina, Ilda ed i luoghi dell’anima”

  1. Giovanna Zucca ha detto:

    Commossa.Divina e’ speciale e già lo so.Eppure mi sorprende ogni volta.

    • Divina Lappano ha detto:

      Mia cara Giovanna, leggo ora il tuo commento.
      Ti ringrazio per la tua amorevole presenza nella mia vita. L’attenzione che una scrittrice affermata come te rivolge ai miei racconti, alle mie memorie, ai miei affetti, mi commuove.
      Ti sono grata per questa sublime semplicità… per essere così potentemente te stessa e inondarmi di luce con la tua splendida umanità, onorandomi della tua amicizia.
      Un abbraccio caro…
      Divina

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