Un libro per amico: MEZZOGIORNO A TRADIMENTO

 

 

Sei anni dopo Abolire il Mezzogiorno, Gianfranco Viesti torna sul luogo del delitto. E con Mezzogiorno a tradimento (Laterza) prende di petto il male dell’Italia di oggi: l’assenza di una politica che persegua l’interesse di tutti.

Viesti non abiura la tesi del 2003 e conferma che sarebbe necessario «abolire il Mezzogiorno», in quanto stereotipo che impedisce di guardare «cosa sta davvero succedendo nelle regioni del Sud». Tuttavia, rispetto al saggio precedente ― tutto teso a mostrare che c’è un Sud che gira a dovere e che avrebbe bisogno non di politiche speciali bensì di un’Italia funzionante ― nel 2009 prevale lo sgomento di fronte ai danni che il Sud riesce a farsi da solo. Sgomento al quale si aggiunge la preoccupazione per una «secessione dolce» che secondo l’economista «è già in corso, a uno stadio avanzato».

A sancire la frattura tra il Nord e il Mezzogiorno «ormai percepito come altro dall’Italia» è «la gravissima crisi dei rifiuti che a partire dal 2007 ha travolto Napoli e parte della Campania». E se nel 2003 Antonio Bassolino era citato tra i non pochi politici meridionali che avevano aperto una stagione nuova, quella dei sindaci, stavolta per il presidente della Campania non c’è prova d’appello. Pesa «l’immagine di una parte così significativa delle nuove classi dirigenti del Sud, in primo luogo Bassolino, responsabili del disastro e incapaci di porvi rimedio». E qui Viesti riporta un drammatico sillogismo: «I rifiuti sono Napoli. Napoli è il Mezzogiorno. Il Mezzogiorno sono i rifiuti».

Il «tradimento» è questo: aver riportato i tanti Sud al paradigma unificante della «monnezza» campana «con tutti gli annessi e connessi: lo spreco di colossali risorse pubbliche, l’incapacità o la vera e propria corruzione delle classi dirigenti, l’attitudine della popolazione solo alla protesta». Un Sud tradito quindi dalla sua antica capitale anche se il pugliese Viesti non cerca l’occasione per una resa dei conti interna al Mezzogiorno. Il suo principale obiettivo è smontare con certosina pazienza i pregiudizi che il Nord ha nei confronti di questa parte del paese, pregiudizi che la crisi dei rifiuti ha rafforzato. La Lega di Umberto Bossi è in prima fila quanto ad antimeridionalismo, tuttavia la sfiducia verso il Mezzogiorno è trasversale agli schieramenti politici visto che «per spiegare la sconfitta elettorale del 2008 un deputato del centrosinistra ha sostenuto: “Avere un capogruppo che parla siciliano e l’altro che parla sardo ha aiutato?”». Una frase del varesino Daniele Marantelli che, nota amaro Viesti, i vertici del Pd non hanno censurato.

Non si tratta, ripete più volte l’economista, di negare i mali reali del Mezzogiorno, bensì di provare a chiarire che il Sud non è un buco nero in grado soltanto di inghiottire risorse. E che non è vero che tali risorse viaggino in misura copiosa dal Nord generoso verso il Sud sprecone. Viesti la spiega con un paradosso: se il Sud facesse parte della Spagna, è vero che l’Italia restante avrebbe una ricchezza media superiore, ma sarebbe anche vero che il Mezzogiorno inserito nel contesto spagnolo crescerebbe più rapidamente.

Ipotesi non verificabile. Però il saggio di Viesti è denso di fatti che smentiscono opinioni espresse «senza portare alcuna prova documentale» sui giornali del Nord. Proprio nel settore dei rifiuti, Viesti rileva che tra il 2000 e il 2006 sono stati spesi 6,7 euro pro capite al Sud e 15,5 al Nord. E per gli investimenti delle Fs il divario è ancora più impressionante. «Scopriamo così, guardando alle cifre ufficiali, che tutta questa colossale spesa per lo sviluppo del Sud negli ultimi dieci anni non c’è stata, cosa curiosamente sfuggita a tanti dotti commentatori». E «i fondi strutturali europei, più che promuovere lo sviluppo del Sud, hanno aiutato il risanamento dei conti pubblici italiani, liberando fondi nazionali».

Resta il fatto che il Nord riceva in servizi meno di quanto spenda con le tasse. Viesti non nega l’assunto ma spiega: «Essendo la tassazione progressiva, i cittadini a maggior reddito versano proporzionalmente di più». E i redditi elevati sono soprattutto al Nord. Quindi «i meridionali non ricevono dalle casse pubbliche più di quanto versano perché sono meridionali, ma perché hanno un reddito più basso». Anzi, a parità di reddito, al Sud le aliquote Irpef sono più elevate. Si dirà che il vero problema dal punto di vista settentrionale è che a fronte delle tasse pagate lo stato fornisce servizi inadeguati. Giusto ma, nota Viesti, la «questione settentrionale» dei servizi mediocri è pesante soprattutto al Sud, dove sanità e scuola funzionano peggio.

In tale contesto esplosivo l’economista avverte il rischio che maturi la voglia di una Lega Sud contro la Lega Nord. «Sarebbe la risposta peggiore. La Lega non rappresenta un fenomeno così negativo perché è, la Lega “degli altri”, ma perché antepone sistematicamente l’interesse di alcuni italiani a quelli di tutti».

Di Marco Esposito, Il Mattino

  • Copertina flessibile: 205 pagine
  • Autore: Gianfranco Viesti
  • Editore: Laterza; 2 edizione (15 gennaio 2009)
  • Collana: Saggi tascabili Laterza
  • Prezzo: 12 euro

LATERZA EDITORE

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