STORIE – La vecchia e la morte

 

Mentre la vecchia era seduta sull’uscio di casa tutt’immersa nella preghiera serale, si vide spuntare la morte, proprio davanti, come una ventata che scuote con furia la cima degli alberi. La vecchia spalancò a un tempo occhi e bocca dal terrore, e sentì che il cuore stava per arrestarlesi.

La morte, senza preamboli, le disse:

“Non son venuta per te. Sono invece venuta a prendere tuo figlio che sta mangiando in casa… Vorrei fargli finire il cibo.”

Peggio che mai per la povera madre!

“No, mio figlio no!” supplicò con le mani giunte. “Lascialo vivere. E’ giovane, ha famiglia. I bambini hanno bisogno di lui. In cambio prendi me. Dammi il tempo di confessarmi e di comunicarmi e poi vienimi a prendere.”

La morte si stupì e non poco della cosa. Durante la sua lunga e laboriosa esistenza non le era mai capitato che qualcuno le chiedesse di morire al posto di un altro.

“Bene! ” accettò. “Tieniti pronta: fra poche ore ripasserò a prenderti.”

E corse via come un alito.

La vecchia andò a confessarsi e a comunicarsi. Tornò in casa decisa a cedere la propria vita per salvare quella del figlio. Ma, a poco a poco che i minuti trascorrevano, dentro l’animo cominciò a sorgerle una grande cupa paura. Tremava in tutto il corpo; non le riusciva di stare ferma, né d’invocare l’aiuto di Dio. Alla fine decise: tappò ben bene i buchi della casa; tappò perfino il buco della serratura e si mise dietro alla porta in attesa; e sudava e batteva i denti e sussultava a ogni stormire di foglia. Verso mezzanotte la morte picchiò.

“Vieni! Andiamo!” le disse.

“Hai sbagliato porta”, le rispose la vecchia. “Mio figlio abita nella casa accanto.”

 

Da MITI, RACCONTI E LEGGENDE DI CALABRIA, di Saverio Strati, Gangemi

Foto RETE

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