PARMARIJA – Tre sorelle scaltre e un cavaliere

 

C’era una volta un cavaliere. Questo cavaliere stava in una locanda e voleva fare la carità ma a proprio vantaggio.

C’era un poveretto che aveva tre figlie femmine; vivevano in uno scantinato freddo e buio. Bisognose com’erano, le tre sorelle si dissero:

«Perché non andiamo da quel cavaliere?… Magari ci dà qualche cosa».

E così andarono alla locanda e bussarono. Il cavaliere, che si dava aria di gran signore, le accolse dicendo:

«A mezzogiorno mangiate con me».

A mezzogiorno in punto, quelle ragazze andarono a mangiare col cavaliere. E mangiarono con grande appetito.Finito di mangiare, il cavaliere si mise a parlare del più e del meno. Chiese alla più piccola:

«E tu come ti chiami?».

«Eh, cavaliere mio! Ho un nome brutto, mi vergogno persino a dirlo».

«E non fa niente: dimmelo!».

«Cavaliere, io mi chiamo Micaco!».

«Ah, che brutto nome!…» risponde lui.

Poi si volta verso la mezzana:

«E tu come ti chiami?».

«Eh, cavaliere! Io ho un nome più brutto di quello di mia sorella».

«Non fa niente: sentiamo un po’?».

«Cavaliere, mi chiamo Micacai».

«Eh, che brutto nome!… ».

«E tu come ti chiami?», rivolto alla più grande.

«Mi vergogno di dirvelo, mi fa un po’ senso».

«Ma dimmelo!».

«Se proprio lo volete sapere, mi chiamo Misonocacata».

«Che testa i vostri genitori! Vi hanno dato nomi volgari. Ho difficoltà pure a chiamarvi».

Poi, per comportarsi da vero cavaliere, le invitò a restare da lui per la notte, con la scusa di farle riposare in un ambiente caldo e comodo. Ma la piccola capì le intenzioni del cavaliere e disse alle sorelle:

«Questo ci vuole mettere nel sacco, e invece dobbiamo mettercelo noi».

E che fece? La sera, facendo un po’ la smorfiosa, lo fece ubriacare. Quand’era bello cotto, il cavaliere s’addormentò. Al che loro si presero i vestiti, la valigia, i denari, e se ne andarono, lasciandolo come un citrulo. Ad un certo punto della notte, il cavaliere si sveglia e comincia a chiamare:

«Micaco!…Micaco!… Micaco!…».

Allora il padrone della locanda si sveglia e chiama la moglie:

«Rosina, Rosina, gliel’hai lasciato il vaso da notte al cavaliere?».

«Sì, gliel’ho messo sotto il letto».

Il cavaliere, visto che la ragazza non risponde, pensa: “Micaco non risponde, ora chiamo la mezzana”:

«Micacai! Micacai! Micacai!».

Al che, il locandiere torna a chiamare la moglie:

«Rosina, guarda che il cavaliere s’è cacato nel letto!».

Allora lei si alza e va dietro la porta del cavaliere:

«Cavaliere, cavaliere, guardate che sotto il letto c’è il vaso da notte!».

E il cavaliere si volta e dice: «Accidenti! Io non voglio il vaso da notte, io voglio Micaco, Micacai e Misonocacata!».

«Cavaliere, vi sentite bene? Che diavolo di nomi sono questi?» chiede la donna.

Risponde il cavaliere: «Che volete dire? Allora come si chiamavano quelle tre ragazze che sono venute qua oggi?».

E intanto fa per accendere il lume.  Cerca di vestirsi ma non trova più la sua roba. Finalmente capisce che quelle tre donne gli avevano fatto un bello scherzetto.

Il guaio è che ancora le cerca!

 

Dalla bon’anima di Mariagiuseppa

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