Dicembre, I PROVERBI DEL MESE

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Una volta, al primo di dicembre le vecchiette della campagna senese recitavano un proverbio apparentemente enigmatico e fors’anche ambiguo che richiede una spiegazione: «Per Sant’Ansano uno sotto e uno in mano». Siccome alla festa di Sant’Ansano, patrono di Siena, che cadeva come oggi in questa data, il freddo cominciava a mordere, le vecchiette si difendevano infilando uno scaldino sotto le gonne e tenendone un altro in mano. Proprio a San t’Ansano si apre nella città toscana l’anno «contradaiolo»: sulla tomba del martire, nell’omonima cappella del duomo, si recano per rendergli il rituale omaggio i priori delle diciassette contrade.

Ormai da un punto di vista meteorologico è inverno, come ricorda il proverbio: «Un mese prima di Natale, un mese dopo Natale è inverno naturale». E il freddo punge, come rammenta un altro in romanesco: «Le ggiornate d’inverno so mozzichi», sono morsi. I veneti a loro volta ammoniscono che «L’inverno l’è ‘l boia dei veci, el purgatorio dei puteleti, e l’inferno dei poareti».

In questo periodo i contadini sperano che nevichi perché «Sotto la neve pane, sotto l’acqua fame». La neve, infatti, costringe il seme di grano a svilupparsi sotto terra, mentre la pioggia può alla lunga provocare l’uscita prematura del germoglio che non soltanto sarebbe privo d’un robusto sistema di radici capaci di sostenerlo durante la crescita e nei periodi aridi, ma rischierebbe anche di bruciare per le gelate.

Tuttavia il freddo peggiore deve ancora arrivare. Ricorda un proverbio veneto: «De Nadal un freddo coral; de la vecia un freddo che se crepa», da Natale un freddo tremendo, dalla Befana un freddo che si crepa.

Da LUNARIO, di A. Cattabiani – Mondadori

Foto: Rete

Ad Orsomarso i contadini solevano indicare gli ultime tre mesi dell’anno in questo modo:

OTTRUVO, SANTO MARTINO E NATALE.

C’erano detti che si ripetevano in dicembre. Eccone alcuni:

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“Cu Natali si vo fa,

ra santa Lucia adda cumincià”

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“Prima ri Natali friddo e fame,

ra Natali ‘nnanti

tremano puri i santi.”

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“Quannu chioviri a santa Bibbiana (2 dic.)

chiove quaranta jurne e ‘na simmana.”

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“A santa Lucia nu passo ri gaddina,

ra santa Lucia a Natale nu passo ri cane,

ra Natale ‘nnanti nu passo ri gigante.”

 

Sant’Andria (30 novembre)

ni rissiri a santu Nicola  (6 dicembre)

ri fa sapì a Lucia  (13 dicembre)

di rici a Maria  (8 dicembre)

ca u vinticinco veniri u Missia (25 dicembre)

 

A niva dicembrina pi tre misi l’hai vicina

ALTRI DETTI

Cu si marita è cuntentu nu jurnu, cu ammazziri u purcu è cuntentu n’annu.

Quannu u timpu è da muntagna, pigghja a zappa e ba ‘n campagna,

quannu u timpu è da marina, pigghja a pignata e ba ‘n cucina.

Pi sanà, pinnuli ri cucina e sciruppu ri cantina.

 

CREDENZE POPOLARI

Il prezzemolo seminato il venerdì santo cresce tre anni.

Chi viene toccato sui piedi con la scopa non si sposa.

Chi riceve in regalo un fazzoletto deve dare in cambio almeno una moneta, altrimenti piangerà lacrime amare.

 

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