VAURO – Adotta un candidato

 

Vauro

Non mi candiderò nella lista Rivoluzione Civile perché, almeno nel mio caso, ritengo più congeniale continuare a spendere impegno e passione politica fuori dalle stanze del palazzo. Il che non significa non prendere posizione. Tutt’altro.

 

Ribadisco la mia piena adesione al progetto di Ingroia e offro la mia completa disponibilità di militante (come si diceva un tempo) per ogni iniziativa, anche elettorale, a suo sostegno. Capisco che in una lista di candidati ci sia necessità di ”volti noti”, come può essere il mio.

 

”Se la gente non ti conosce non ti vota” è il triste ma purtroppo veritiero ragionamento che porta a candidare tanti personaggi conosciuti. Ma le persone della così detta società civile allora? Quelle brave ed oneste persone (e ce ne sono tante) che nella società civile, senza notorietà, ci vivono quotidianamente e ne vivono sulla propria pelle ogni problema, saranno sempre escluse dalla possibilità di aver voce direttamente nei luoghi di decisione?

 

Ecco, da questo interrogativo mi è nata un’idea, forse un po’ bislacca, mettere la notorietà personale a disposizione di un candidato che non ne ha. Indicarlo. Farsi garanti della sua onestà e capacità. ”Adottarlo” insomma.

 

Io ho già adottato il mio candidato e lo propongo: si chiama Maya Marchioni. E’ nata a Roma nel 1970. Diplomata all’istituto magistrale. Convive con un pompiere e madre adottiva di uno splendido ragazzo. Precaria. Parla quattro lingue. Dal 2001 al 2011 ha lavorato per la onlus Emergency fondata da Gino Strada. E’ proprio lì che ho potuto conoscere direttamente le sue eccezionali qualità umane e di organizzatrice attenta ed instancabile.

 

Ecco, propongo a Rivoluzione Civile di candidare Maya al mio posto e me ne faccio garante. Mi piacerebbe che altri ”volti noti” che hanno aderito al progetto ”adottassero” e proponessero a loro volta un candidato ”sconosciuto”. Ché forse è proprio di brava gente sconosciuta che questo paese ha bisogno. Ché i noti sono già noti appunto.

 

Vauro

 

Il Fatto Quotidiano 10.01.2013

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