Cacciatori

alfonso089

 

Guardando questa foto con Alfonso, Angelo e Giovanni, mi è venuta in mente una pagina molto bella di Erri De Luca.

“Aveva smesso di cacciare stambecchi, era successo questo. Aveva sparato a un esemplare nella nebbia senza accorgersi che era femmina e senza vedere il piccolo vicino. La bestia colpita sul ripido aveva cercato di tenersi aggrappata alla roccia piantando zampe incerte,  poi era caduta indietro, un salto in giù di buoni venti metri.

Il piccolo senza incertezza era saltato nel vuoto della nebbia dietro la madre, ricadendo in piedi. La madre era rotolata di nuovo e precipitata, un salto anche più grande e il piccolo le era ancora volato dietro.

Quando l’uomo raggiunse l’animale ucciso il piccolo era lì, un po’ storto sulle zampe, gli occhi grandi calmi desolati.

Non se l’era sentita di sventrare la bestia lì sul posto davanti al cucciolo, di scaricare a terra i chili delle viscere per risparmiarsi il peso, se l’era caricata intera sulle spalle.

Fu allora che decise il suo titolo di ladro di bestiame, sotto gli occhi del padrone di tutto, grandi calmi desolati. Bisogna guardare in quel paio per sapere di essere stati pesati. Decise che con gli stambecchi la sua caccia era chiusa.

Si prendono lezioni dalle bestie.

Non servono a riparare niente, solo a smettere. Non era pentito, non poteva risarcire il torto, poteva rinunciare. I debiti si pagano alla fine, una volta per tutte”.

Erri De Luca – Il peso della farfalla

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