Questo è il liberismo, baby: che un trentenne rampante e vincente, di quelli che Renzi invita alla Leopolda, ovviamente con una laurea in business e un’esperienza nei fondi “hedge” (ossia in speculazioni finanziarie), acquisti il brevetto di una medicina in circolazione da decenni e ne aumenti il prezzo del 5000%, da 13 dollari a pillola (che non è poco) a 750 (copio sotto il link dell’articolo del Washington Post). Martin Shkreli (questo il nome dello stronzo) ha esagerato, e le sue origini albanesi non hanno aiutato: criticato aspramente da giornali e network televisivi è oggi, sostiene la BBC, l’uomo più odiato d’America. Ma non ha fatto nulla d’illegale e neanche d’immorale: cose del genere sono la norma del neocapitalismo, grazie alla deregulation che ha privato lo Stato del potere di controllare le corporation e convinto la gente che l’etica sia roba del passato e non serva.
Nel caso specifico della sanità i costi negli Stati Uniti sono diventati assurdi e qualunque prestazione o farmaco costa almeno il doppio, e spesso parecchio di più, che nel resto del mondo sviluppato. Non parlo di ciò che pagano i cittadini (e dunque dell’assenza di una sanità pubblica): parlo di ciò che medici e ospedali si fanno pagare, direttamente dai cittadini o dalle loro assicurazioni. Si sa, business is business; e come direbbe Renzi, chi fa l’imprenditore non vuole solo partecipare alla vita della società e condividerne i beni; vuole vincere, schiacciare gli altri, arraffare tutto quello che gli riesce, ed è umano e giusto che sia così. In Italia i recenti tagli alla sanità, accettati dalla gente senza protestare (come peraltro l’indebolimento della scuola pubblica e dei sindacati, la legge truffa elettorale, la detassazione delle case dei ricchi), sono un decisivo passo in quella direzione.
La corruzione e le inefficienze del sistema pubblico italiano sono serie e vanno corrette. Non ci vorrebbe molto. Sono invece usate per far credere che la soluzione siano le privatizzazioni e la deregolamentazione. Non credeteci: i privati sono molto, molto peggio; e i privati senza vincoli, come nel neocapitalismo, sono dei mostri. Non sono tutti come Martin Shkreli ma solo perché non gli conviene. Naturalmente se vi va bene che i vincenti abbiano tutto e i perdenti nulla (Renzi la chiama meritocrazia) o se pensate che ci penserà il libero mercato a correggere gli eccessi e a creare il migliore dei mondi possibili, bè allora avete ragione a votare Pd ed è giusto che continuiate a farlo.
Nel caso specifico della sanità i costi negli Stati Uniti sono diventati assurdi e qualunque prestazione o farmaco costa almeno il doppio, e spesso parecchio di più, che nel resto del mondo sviluppato. Non parlo di ciò che pagano i cittadini (e dunque dell’assenza di una sanità pubblica): parlo di ciò che medici e ospedali si fanno pagare, direttamente dai cittadini o dalle loro assicurazioni. Si sa, business is business; e come direbbe Renzi, chi fa l’imprenditore non vuole solo partecipare alla vita della società e condividerne i beni; vuole vincere, schiacciare gli altri, arraffare tutto quello che gli riesce, ed è umano e giusto che sia così. In Italia i recenti tagli alla sanità, accettati dalla gente senza protestare (come peraltro l’indebolimento della scuola pubblica e dei sindacati, la legge truffa elettorale, la detassazione delle case dei ricchi), sono un decisivo passo in quella direzione.
La corruzione e le inefficienze del sistema pubblico italiano sono serie e vanno corrette. Non ci vorrebbe molto. Sono invece usate per far credere che la soluzione siano le privatizzazioni e la deregolamentazione. Non credeteci: i privati sono molto, molto peggio; e i privati senza vincoli, come nel neocapitalismo, sono dei mostri. Non sono tutti come Martin Shkreli ma solo perché non gli conviene. Naturalmente se vi va bene che i vincenti abbiano tutto e i perdenti nulla (Renzi la chiama meritocrazia) o se pensate che ci penserà il libero mercato a correggere gli eccessi e a creare il migliore dei mondi possibili, bè allora avete ragione a votare Pd ed è giusto che continuiate a farlo.
Fonte: pagina Facebook dell’autore
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