
DA DX MARIA NEPITA LA FIGLIA CATERINA, FILOMENA SISINNO(MOGLIE DI GAETANO REGINA) MARIUCCIA CORBELLI A BONANGELO
Per i contadini il tempo tra giugno e luglio era quello per mietere e trebbiare (pisare).
Partivano la mattina presto e tornavano la sera stanchi e cotti dal sole.
Gli uomini mietevano, le donne legavano i covoni (gregne) e li raccoglievano in piccoli mucchi. Le “gregne” rimanevano così per giorni a seccarsi bene.
Prima dell’arrivo delle trebbie meccaniche il grano veniva trebbiato nelle aie (arie).
Le aie erano ampi spazi preparati apposta per la trebbiatura. Si trovavano in genere in prossimità dei paesi, delle masserie o delle case coloniche. Avevano dimensioni diverse e forma circolare; dapprima in terra battuta in seguito selciate con pietre dure e malta, talvolta delimitate da una cordonatura di pietra. Erano quasi sempre collocate su terreno lievemente elevato e ben esposto al sole e al vento.
Vicino al paese ce n’erano tre importanti: una era u Pastizzu, due alla Campanara, dai Console e dai Sangiovanni. Altre si trovavano a Scorpari, Bonangelo, Olivaro, Gaccale, ecc.
Per trebbiare si slegavano le “gregne” e le spighe venivano disposte in forma circolare nell’aia.
Poi si ricorreva ad una grossa pietra che, trainata da buoi, da muli o da asini, veniva fatta strisciare sul grano.
Questa pietra di circa trenta chili, in genere di forma ovale o triangolare, aveva un foro in prossimità del vertice, per essere legata, attraverso il bilancino e le tirelle, al collare dell’animale.
Per evitare che la povera bestia soffrisse di capogiro. veniva bendata o dotata di un paraocchi; alla bocca invece si attaccava una museruola. La guidava qualcuno nel percorso circolare sull’aia.
Intanto con le forche uomini e donne rivoltavano la massa, raccoglievano le spighe sparse oppure aggiungevano altri covoni.

DA-SX-MICUZZO-VINCENZO-E-GINO-RIENTE a Bonangelo in una pausa della trebbiatura
Quando la “pisatura” era terminata si separava la pula e la paglia dal grano grazie al vento.
A sera si caricavano i sacchi sugli asini o sui trahini e si portavano a casa

Foto web