Per Antonietta…

 

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In te sono stato albume, uovo, pesce,

le ere sconfinate della terra

ho attraversato nella tua placenta,

fuori di te sono contato a giorni.

 

In te sono passato da cellula a scheletro

un milione di volte mi sono ingrandito,

fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.

 

Sono sgusciato dalla tua pienezza

senza lasciarti vuota perché il vuoto

l’ho portato con me.

 

Sono venuto nudo, mi hai coperto

così ho imparato nudità e pudore

il latte e la sua assenza.

 

Mi hai messo in bocca tutte le parole

a cucchiaini, tranne una: mamma.

Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra

quella l’insegna il figlio.

 

Da te ho preso le voci del mio luogo,

le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,

da te ho ascoltato il primo libro

dietro la febbre della scarlattina.

Erri De Luca

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