Come mai la Francia sta resistendo con scioperi e manifestazioni agli attacchi ai diritti dei lavoratori mentre in Italia non è successo niente? È che i francesi si sentono ancora francesi e danno valore al tipo di società e di rapporti sociali che hanno costruito in due secoli di lotte politiche, inclusa la possibilità di reagire collettivamente e con durezza contro chi voglia distruggere le loro comunità, privatizzare i beni comuni o diminuire la qualità della vita per arricchire qualche multinazionale.
Gli italiani invece hanno rinunciato a sentirsi italiani e stanno rinnegando il loro passato e la loro identità. Vogliono fare gli americani o, se sono di estrema sinistra, gli apolidi. E così non solo si stanno abituando a pensare di non avere alcun diritto se non quello di emergere individualmente, in competizione con tutti gli altri (qualcuno la chiama meritocrazia, altri libero mercato, altri multiculturalismo); ma stanno anche accettando l’idea che bisogna sempre e solo porgere l’altra guancia e chinare la testa, altrimenti è violenza e la violenza è sempre o fascista o terrorista, anche quando ci si limita a qualche trafferuglio con la polizia per opporsi ai suoi soprusi, o a occupare le piazze e i luoghi di lavoro, o a usare volgarità e insulti contro chi sta svendendo il paese alle corporation straniere e soffocando la democrazia.
Bè, è ora di svegliarsi. Niente viene concesso se non è richiesto con forza, impegno e reale partecipazione (altro che petizioni o talk show); tutto viene tolto se non è difeso con forza, impegno e reale partecipazione.
Francesco Erspamer
Newton (Massachusetts), MA, Stati Uniti d’America ·
Fonte: dalla pagina Facebook dell’autore
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