In Calabria, come in altre aree del Mediterraneo, esiste un legame indissolubile tra luoghi, Santi, Madonne, paesi, individui.

Grotta di Praia

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I cammini, le soste, le fughe, i viaggi degli uomini delle società, tradizionali sono preceduti, accompagnati, guidati da quelli delle divinità.

Essi si muovono e si fermano lungo le vie percorse o indicate da eroi, dèi, figure mitiche, Santi. Nella società tradizionale calabrese, come in altre aree del Mediterraneo, esiste un legame indissolubile tra luoghi, Santi, Madonne, paesi, individui.

Le Madonne e i Santi, che quasi sempre giungono «da tanto lontano», secondo quanto ricordano canti e leggende popolari, scelgono, indicano, impongono come sede della loro chiesa o del loro santuario, un luogo preciso e ben definito. Si tratta, quasi sempre, di un luogo in cui si va espandendo la produzione agricola o si vanno affermando nuove attività produttive, nuovi rapporti commerciali, sociali e culturali tra le persone di paesi vicini. Si tratta di un luogo che fa riferimento a una o più comunità, di antica o nuova fondazione.

Il sentimento dei luoghi, il senso di appartenenza, la nostalgia delle persone hanno sempre una fondazione mitica e sacrale: sono legati all’apparizione della Madonna o del Santo che individua, sceglie e protegge un determinato luogo, un determinato paese.

Si potrebbe disegnare una mappa della Calabria, ripensare l’antropologia dello spazio, dei contrasti, delle separatezze, delle vicinanze, dei collegamenti del territorio della regione, in epoca moderna, anche a partire dal diverso periodo e dalla diversa tipologia di intervento del «divino».

La presenza e la diffusione del culto mariano nelle diverse località della Calabria potrebbero costituire elementi significativi per ripensare la storia e le culture delle popolazioni, il loro sentimento religioso dei luoghi. La Madonna è apparsa e si è manifestata a volte sotto forma di un’immagine che la raffigura, altre volte nei sogni delle persone,  altre ancora in «carne ed ossa» come giovane e bella fanciulla.

Si tratta, tuttavia, di «episodi» che si verificano nella lunga durata. Si va dal periodo iconoclasta in cui vengono introdotti culti come quello della Madonna di Romania a Tropea, risalente probabilmente aI’VIII secolo, a quello medievale, a cui riporta la leggenda della Madonna della Montagna a Polsi in Aspromonte, a quelli di epoca moderna, come nel caso della Madonna Nera di Schiavonea, della Madonna della Scala di Belvedere Spinello, dell’Immacolata a Nicotera, della Madonna delle Grazie a Roccella Ionica, della Madonna della Grotta a Bombile, o, per l’appunto, di Maria di Porto Salvo a Melito e in altre località della Calabria.

Santuario di Polsi

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Le leggende e i miti di fondazione del culto attribuiscono alla Madonna e ai Santi l’invito o l’ammonimento, talvolta insistito e categorico, a che non venga spostata, in nessun caso e in nessun luogo, l’icona o la statua che li raffigura. Coloro che non sanno inizialmente decifrare la scelta hanno ulteriori prove: la nave su cui viaggia la statua o l’icona non si muove, la statua diventa pesante e intrasportabile. I trasgressori vanno incontro a un sicuro scacco: possono anche perire o provocare un terremoto.

Le leggende e i miti di fondazione chiariscono bene il legame indissolubile e sacrale che si stabilisce tra luoghi, Santi, Madonne, uomini (talvolta animali), attività produttive (agro-pastorali o marinare, ma anche commerciali), risorse naturali (boschi, pietre e acque), forme di devozione, mentalità e culture.

In questo processo di fondazione, popolamento, ripopolamento dei luoghi, i ceti dominanti, i proprietari terrieri, le autorità religiose hanno, come mostra bene il caso di Melito, un ruolo decisivo. La nascita dei nuovi culti si lega anche a una storia religiosa più vasta, di lunga durata (spesso si manifestano in prossimità di antichi conventi, monasteri, eremi), ma anche a fenomeni di recente introduzione (la devozione mariana ha un grande impulso in tutta la Calabria dopo il Concilio di Trento).

 

Fonte: “IL SENSO DEI LUOGHI”, di Vito Teti, Donzelli

Un bel libro che si legge con diletto

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