
Da Torino insegnavano a fare una radio per
corrispondenza,
il droghiere vendeva i fagioli nei sacchi, le olive nel
cartoccio.
Le scarpe era peccato di sciuparle, di giocarci a pallone,
meglio scalzi. Le persone gridavano anche da vicino.
Le polpette al sugo una volta a settimana,
l’olio di fegato di merluzzo curava tutto.
Il sole arrivava di pomeriggio, il cielo era un ospizio di
santi,
il mare una passeggiata di domenica.
Nessuno diceva: non ho parole. Col dialetto le teneva
tutte.
Tutto era napoletano, pure le carte da gioco.
I soldati no, erano americani.
I denti caduti non ritornavano,
il freddo ammazzava gli anziani, febbraio era il nome
di una epidemia.
Tra quelli che sapevo, nessuno mancava, non c’erano
i morti.
La cosa più bella da vedere era una nave,
la più preziosa era una libreria.
ERRI DE LUCA
Foto RETE