Se gli uccelli smettono di cantare …

 

In un prossimo futuro sentir cantare gli uccelli diventerà un evento sempre più raro e nel 2030, oltre a soffrire di caldo e a dover  mettersi al riparo da incendi ed eventi meteorologici disastrosi, i cieli si svuoteranno dai volatili. Come aveva previsto Rachel Carlson in Primavera silenziosa, il primo saggio ambientalista scritto nel 1962, siamo di fronte a un ecatombe. State of the world’s birds, lo stato degli uccelli nel mondo, il risultato di una mappatura realizzata da Bird Life International, durata cinque anni e pubblicata nel 2018, parla chiaro: l’estinzione sta procedendo in modo così veloce che ormai non solo le specie più rare, ma anche quelle più comuni stanno scomparendo. La civetta delle nevi, il pulcinella di mare, ma anche la diffusissima tortora, sono in pericolo. Secondo il rapporto il 40 per cento delle popolazioni delle oltre 11 mila specie esistenti sono in declino e una su otto sta per estinguersi. Ovviamente la colpa è dovuta alle attività dell’uomo.

In nord America il fenomeno è ancora più grave. Secondo uno studio pubblicato[…] su Science, dal 1970 a oggi sono stati persi circa 3 miliardi di individui, vale a dire il 29 per cento della massa esistente. E secondo un’altra analisi pubblicata sempre in ottobre dalla Audubon Society, un gruppo americano di conservazione animale, due terzi degli uccelli che vivono nel continente sono a rischio a causa della crisi climatica. Il continente perderà 389 dei 604 tipi di uccelli che abitano negli Usa. Il 90 per cento appartengono a 12 famiglie, che includono i passeri, i fringuelli, le rondini. Proprio quelli che più frequentemente incontriamo nei nostri cieli.

In Italia non siamo messi meglio: quasi un terzo degli uccelli selvatici che nidificano nel nostro territorio è in una situazione di grave vulnerabilità. E sei specie, tra cui il capovaccaio, il grifone e l’aquila di Bonelli, potrebbero estinguersi tra poco.

La scomparsa di animali in realtà è un fenomeno assolutamente naturale. Va di pari passo all’apparizione e fa parte dei meccanismi dell’evoluzione. Secondo i paleontologi in media un vertebrato ha speranza di aggirarsi sulla Terra per un periodo che va da uno a tre milioni di anni. Sulla base dei dati compilati dalla Lista rossa, il database che controlla lo stato di conservazione di animali e vegetali, l’aspettativa di vita media di una specie al giorno d’oggi si è ridotta invece a 5 mila anni, anche se gli sforzi fatti finora sono serviti, perché se non avessimo fatto nulla sarebbero diventati appena 3 mila.

Dal 1500 a oggi 187 delle circa 10 mila specie di uccelli sono andate estinte, mentre sulla base di modelli matematici avrebbero dovuto essere solo 2 o 5.

La scomparsa degli uccelli deve mettere in allarme. Sono infatti un indice importante che fornisce informazioni sullo stato di salute degli ecosistemi, perché sono diffusi ovunque.

Prima ancora del riscaldamento globale, una delle minacce che più li hanno colpiti è stata l’agricoltura. Oltre mille tipi minacciati sono risultati sensibili all’estensione dei campi coltivati intensivamente e un particolare alla diffusione degli insetticidi neonicotinoidi, che riducono i grasso e la massa corporea e interferiscono con i sistemi di navigazioni necessari alle migrazioni. A questo si aggiungono il taglio degli alberi, la presenza di animali che provengono da altre regioni e infine l’uccisione illegale portata avanti dai bracconieri, che ne eliminano tra 12 e 38 milioni ogni anno solo nella regione mediterranea.

Il cambiamento climatico è un nuovo attore, che aggrava la situazione, per esempio modificando i ritmi delle migrazioni, o spostando gli areali. La temperatura mondiale si è già rialzata di un grado.

Recentemente si è aggiunto un altro fattore, che dipende sempre dal riscaldamento del Pianeta: un’onda di calore emessa dal Pacifico tra il 2013 e il 2016. E’ responsabile della morte di oltre un milione di urie. Si tratta della più grande strage mai verificatasi, probabilmente dovuta alla fame: i pesci predatori si sono messi a mangiare molto di più togliendo alle urie le loro prede preferite.

Le onde di calore sono diventate più frequenti e probabilmente aumenteranno ancora di più. Secondo uno studio apparso su Nature dal 1925 al 2016 la loro ricorrenza è aumentata del 54 per cento. […]

Mariella Bussolati

Fonte: https://it.businessinsider.com/nel-2030-sentire-il-canto-degli-uccelli-sara-un-evento-piu-unico-che-raro/?ref=fbpr&fbclid=IwAR1YM8PDie92Gw58aRX0PPWH_0CSGIknk4f1oOm29C6Dsy6m_DxXzN9_EqA

FOTO: Rete

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