
A guardarla stimola ricordi e spinge alla malinconia. Ci rammenta che la vita è un attimo, mentre il tempo ci sovrasta col suo procedere inesorabile e indefinito, verso un futuro che facciamo fatica persino ad immaginare.
Di questi signori (Angiolino, Pieruccio, Giovannino ed Anselmo), fotografati alla Sciodda, l’ultimo a partire è stato Anselmo, alcuni mesi fa. Se n’è andato velocemente. Con lui ho condiviso tante chiacchierate alla Vianova. A volte mi sorprende non trovarlo più alle Panchine della Rimembranza. Era una presenza familiare. Ed allora torna alla mente che:
“Per ogni cosa c’è il suo momento,
il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante”,
come dice il Qoelet (3, 1-2).
Ma anche la morte chiede tempo per essere metabolizzata.
Che a tutti la terra sia lieve!