TOLSTOJ – Il falco e l’eremita

Un eremita vide un giorno un falco nella foresta. Questo falco portava un pezzo di carne ad un nido: fece a pezzi la carne e si mise a dare l’imbeccata ad una giovanissima gracchia.

L’eremita fu molto sorpreso nel vedere un falco nutrire un piccino non suo. Pensò:

— Dio non lascia perire nemmeno una piccola gracchia: è stato Dio che ha insegnato a questo falco a nutrire un orfano. È chiaro, Dio dà il pasto a tutte le creature, mentre noi ci preoccupiamo continuamente della nostra sorte. Smetterò di occuparmi della mia e non farò più provviste. Dio non abbandona nessuna creatura, non abbandonerà me.

L’eremita fece come aveva detto; sedette sotto un albero, nella foresta, e non si mosse più. Non faceva altro che pregare Dio.

Passò tre giorni e tre notti senza mangiare né bere. Il terzo giorno era già talmente indebolito che non poteva nemmeno più alzare la mano. Per la debolezza s’addormentò. Vide in sogno un vecchio che si avvicinò a lui e gli disse:

— Perché non fai provvista di cibo? Tu credi di piacere a Dio e commetti un peccato. Dio ha stabilito il mondo in maniera che ogni creatura possa procurarsi ciò che le è necessario: Dio ordinò al falco di nutrire la piccola gracchia perché altrimenti questa sarebbe perita. Ma a te nulla impedisce di lavorare. Tu vuoi tentare Dio, e questo è un peccato. Ritorna in te e lavora come una volta.

L’eremita si destò e riprese la sua antica vita.

Da I QUATTRO LIBRI DI LETTURA, di Leone Tolstoj – Liguori Editore

Foto: RETE

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