
È passato un po’ di tempo, da quando Giovanni Calvano ci ha lasciati. Mi piace ricordarlo.
Persona di grande signorilità, mi legavano a lui rapporti di amicizia. Spesso, alle panchine della rimembranza, ci siamo fermati a discutere. Con lui i discorsi non erano mai banali. Da giovane aveva imparato a suonare la tromba; aveva fatto parte anche della banda del paese. Amava la musica e l’ascoltava spesso alla radio. L’America Latina è stata la sua seconda patria.
Che la terra gli sia lieve!