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Istruzioni per monaci del suo monastero di Squillace
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Questo documento fu redatto in latino poco dopo il 540 da Cassiodoro che, abbandonata la cancelleria del re Teodorico, si era dato a vita religiosa e aveva fondato presso Squillace in Calabria, suo paese d’origine, il monastero di Vivarese; esso costituisce la prolusione ad un corso di lezioni sulle Sacre Scritture, De istitutione divinarum litterarum, tenuto da Cassiodoro stesso per i monaci del luogo.
Lo scritto presenta un certo interesse storico perché negli ultimi capitoli fissa norme di vita monastica, fondata sul lavoro manuale e sul lavoro intellettuale, che ricordano la più celebre regola benedettina del 528, di cui diremo più avanti. Cassiodoro, infatti, come già Benedetto da Norcia, non si limita a formulare esortazioni morali e religiose, ma stabilisce le linee generali per uno sviluppo organizzativo che non solo dovrà garantire la sopravvivenza dei monaci, ma anche assicurare un minimo di aiuto e conforto materiale e morale alle popolazioni contadine del luogo, ridotte in condizioni disastrose dalla guerra gotica.
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Cap. 29. La posizione del monastero di Vivarese.
In verità la località in cui sorge il monastero di Vivarese vi invita a molte attività pratiche in favore dei pellegrini e dei poveri, dal momento che avete orti irrigati e che vi scorre vicino il pescoso fiume Pellena, regolato ad arte dovunque si ritiene necessario, sufficiente per i vostri orti e mulini. È infatti vicino ove si desidera e, adempiuti i voti, si ritira lontano, essendo in un certo senso devoto al monastero, in modo tale che né pesa importuno né può venir meno quando è richiesto. Anche i mari(1) si stendono sotto di voi in modo tale che sono aperti a vari tipi di pesca, e i pesci presi si possono a piacere chiudere nei vivai(2). Infatti abbiamo loro costruito (con l’aiuto del Signore) grati ricettacoli.
Anche le terme abbiamo dato ordine di costruirle, tenendo presenti le esigenze dei malati, là dove scorre l’acqua limpida delle sorgenti che si sa piacevolissima sia da bere sia per i bagni.
Se nel monastero di Vivarese, come si è autorizzati a credere, la consuetudine dei cenobi, col sostegno della grazia divina, vi da una buona formazione e capita ai vostri animi purificati di desiderare qualcosa di più sublime, avete i dolci ritiri del monte Castello, cosicché potete vivere felicemente, con l’aiuto del Signore, come anacoreti. […] Perciò sarà possibile a voi, ormai esercitati e provati, scegliere quella dimora, se l’ascesa sarà stata prima preparata nei vostri cuori.
Gap. 30. I copisti e note sull’ortografia.
Io tuttavia confesso il mio voto che — tra tutte le attività che voi potete compiere con fatica fisica — piacciano di più, forse non ingiustamente, quelle degli antiquari, purché, s’intende, scrivano veracemente. […]
Abbiamo anche procurato per le veglie notturne lucerne meccaniche, conservatrici delle fiamme illuminanti e rifornentisi automaticamente di fuoco, che custodiscano a lungo, quando cessa l’intervento umano, una luce chiarissima, poiché l’olio non viene meno, sebbene bruci perennemente con fiamme ardenti.
Gap. 31. I monaci che hanno cura degli in/ermi.
Ma mi rivolgo anche a voi, egregi frati che provvedete con premuroso impegno alla salute del corpo umano e offrite le pratiche della pietà cristiana a coloro che si rifugiano nel santuario, affinché voi, tristi per le sofferenze altrui, serviate i malati, come conviene alla perizia della vostra professione, con sincero trasporto, pronti a ricevere la ricompensa da colui dal quale possono essere date cose eterne in cambio di quelle temporali. E perciò apprendete pure la natura delle erbe e studiate le mescolanze delle varie specie con intelletto pronto: ma non riponete la speranza nelle erbe, la guarigione negli umani strumenti. Infatti, sebbene si dica che la medicina sia stata istituita dal Signore, tuttavia è lui direttamente che rende sani, egli che senza dubbio dà la vita. […] Avete il trattato sulle erbe di Dioscoride, che ha distinto con straordinaria proprietà e descritto le erbe dei campi. Poi, leggete Ippocrate e Galeno(3) nella traduzione latina […] e altri trattati di medicina che io ho raccolto, con l’aiuto di Dio, nella nostra biblioteca.
Gap. 32. Esortazione di Cassiodoro ai monaci e agli abati.
Tutti voi dunque, che vivete entro i confini del Monastero, accogliete i pellegrini, date l’elemosina, vestite i nudi, spezzate il pane agli affamati: poiché si deve dire veramente consolatore colui che consola i miseri. Date poi un’educazione morale ai contadini del vostro monastero. […] Ciò che è considerato punto fondamentale per i contadini è che non conoscano i furti, che ignorino del tutto l’adorazione dei boschi sacri, che vivano con intenzioni oneste e in felice innocenza.
[…]
Sappiamo anche che Dio concede benevolmente la fertilità ai loro campi, se contraggono la consuetudine di invocarlo con fede.
Così per voi è stata creata una specifica città, cittadini religiosi: se, con l’aiuto del Signore, vivrete in essa concordemente e spiritualmente, godrete già nella prefigurazione della patria celeste. […]
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NOTE
1. Allude al golfo di Squillace, sul mare Ionio.
2. Il monastero di Vivarese deve appunto il suo nome a questi vivai
3. I medici greci Dioscoride (I sec. d.C.), Ippocrate (V-IV sec. a.C.) e Galeno (II sec. d.C.) furono considerati autorevolissimi sino alle soglie dell’età moderna.
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FONTE: “Il Medioevo”, di A. Camera e R. Fabietti – Zanichelli
Foto: Rete