
Bassorilievo dell’Ara Pacis rappresentante Saturnia Tellus, la personificazione latina della Terra Madre, identificata dai greci con il nome di Gea.
L’evento o atto della creazione dell’universo assume nell’ambito greco aspetti particolari e caratteristici, sottolineando, innanzitutto, l’evento o l’atto mediante il quale esso fu ordinato. La dottrina religiosa cosmogonica greca concerne, quindi, il problema della determinazione e della definizione delle linee strutturali assunte dal cosmo.
COSMOGONIA
All’inizio era il Caos (spazio vuoto, abisso, voragine), condizione primordiale indifferenziata, spazio infinito, personificazione dell’immenso vuoto oscuro. Esso, indicato come una sorta di divinità primitiva, è antecedente all’Ordine o Cosmos, e quindi connesso con il disordine, la mancanza di un qualsiasi principio ordinatore.
Esiodo, poeta greco dell’vin secolo a.C., propone nella sua Teogonia una valida fonte a chi tenti di delineare le antiche concezioni greche sulle origini del cosmo e degli dei. Culturalmente di tradizione agreste, il pastore-poeta visse profondamente la condizione sociale e umana contadina. Originario di Cuma, colonia eolica in Asia Minore, visse in Beozia, ad Ascra a oriente del monte Elicona. Il suo poema, scritto in dialetto ionico con influenze doriche ed coliche, consta i 1022 esametri, ed è essenzialmente un’opera mitologica a carattere epico e svolgimento cronologico. Esso costituisce l’unica cosmogonia coerentemente sviluppata fra le fonti letterarie arcaiche. È, comunque, una cosmogonia che non presenta l’opera demiurgica di una divinità ordinatrice, non una creazione — che se gli dei greci sono immortali tuttavia non sono eterni — ma un processo di genesi evolutiva.
Dal Caos si originò la Terra (Gaia o Gè) entità primordiale che senza amplesso generò il cielo (Urano), affinché l’abbracciasse completamente, le grandi montagne e infine Ponto, il Mare. Contemporaneamente alla Terra nacque Eros, l’energia fecondante che con la sua potenza coesiva consentì le successive procreazioni e garantì la continuità delle specie. Sempre il Caos generò l’Èrebo, il buio assoluto delle profondità, le Tenebre Infernali e la Notte (Nyx). Da quest’ultima nacquero Emera (il Giorno), una divinità femminile e l’Etere (personificazione del Cielo superiore, quello più puro perché meno vicino alla terra).
Dall’unione di Gaia e Urano, invece, nacquero esseri mostruosi, rappresentazioni di forze naturali devastanti e non ancora completamente piegate alle necessità dell’integrazione cosmica.

Oceano e Teti – Zeugma in Turchia
TEOGONIA
Essendosi formalmente compiuta la cosmogonia, ebbe luogo la teogonia con la nascita dei Titani. I maschi erano: Oceano, Coio, Crio, Giapeto, Iperione e Crono; mentre le femmine erano: Teia, Rea, Themis, Mnemosine, Febe e Teti. A Urano, Gaia partorì tre Ciclopi caratterizzati dall’unico occhio nel mezzo della fronte e dalla loro immane forza fisica — Bronte (il Tuono), Sterope (il Lampo) e Arge (la Folgore) — e, infine i tre Ecatonchiri
o Centimani: Cotto («colui che colpisce»), Briareo («il Forte») e Gie («dalle molte membra»). Questi erano giganti orgogliosi e violenti, con cento braccia e cinquanta teste.
Gaia (o Gè) «dall’ampio seno», ancestrale epifania della divinità della Terra, è anche — e soprattutto — la Grande Madre Universale, colei che da riprende la vita. Probabilmente oggetto di culto molto intenso in età arcaica, Gaia verrà adombrata nelle pratiche cultuali da altre divinità femminili che meglio focalizzavano il valore cosmico della fertilità e del dramma dell’esistenza (a esempio, Demetra, con la quale si ipotizza un’unica radice etimologica).
L’altra primordiale forza generatrice è Nyx, la dea Notte che assume un ruolo centrale nella versione cosmogonica orfica. Amata dal Vento, ella depose un Uovo d’argento da cui nacque Eros Protogonos, «il primo nato», chiamato anche Fanete, «il Risplendente». Ermafrodito con le ali d’oro, Eros aveva quattro teste: di Ieone, di toro, di serpente e di ariete. Visse con la Notte, legata a lui talvolta come madre, talvolta come figlia. Nyx era la triplice dea, madre di Teti, che deteneva i poteri della Notte, dell’Ordine e della Giustizia, fino a quando non dovette cedere la supremazia al dio Cielo, Urano suo figlio.
ROSA AGIZZA
Da “MITI E LEGGENDE DELL’ANTICA GRECIA”, di Rosa Agizza – Newton & Compton
Foto: Rete