La musica nel mondo greco

Particolare di un vaso attico a figure rosse (sec. V a.C.) su cui è rappresentata una scena di insegnamento della musica, considerata molto importante nella vita dei Greci.

 

 

La musica influenzò profondamente la società greca a tutti i livelli. Le giornate consacrate al culto, i banchetti, il lavoro (ivi incluse attività così particolari come fare il pane o allevare cavalli) si accompagnavano con melodie proprie e con propri ritornelli.

 

Il guerriero si esercitava a maneggiare la spada, mentre l’atleta al pugilato e al suono del flauto. Quanto poi alla danza, essa era una pratica universale come non lo fu mai più in Europa.

L’aggettivo mousikós, ovvero «musicale», era, nel gergo ateniese, sinonimo di «raffinato». L’uomo in armonia con se stesso «seguiva il ritmo»; chi invece non era in questa condizione, «era stonato» (è questa un’allusione a un incidente in cui un solista, responsabile di un accordo mal riuscito sulla lira, perse la sua reputazione davanti al pubblico di Alessandria).

I pastori ingannavano il tempo suonando il flauto di Pan; i prigionieri di guerra reclamavano la musica per sopportare meglio la loro condizione. Quasi tutte queste melodie, trasmesse pervia esclusivamente orale, non sono purtroppo giunte fino a noi.

È all’Asia occidentale e ai vicini Traci che i Greci devono i loro primi strumenti e le loro prime composizioni. Con questi mezzi crearono a loro volta un’arte e un’estetica originali e durature. Quando Pitagora dimostrò che gli accordi consonanti erano basati su numeri, le scienze matematiche conobbero un considerevole progresso nell’ambito dell’acustica.

Il ritratto del suonatore di lira di Platone rappresenta un’importante analisi psicologica dì un musicista. I filosofi greci si interessarono molto alla teoria musicale, e questo interesse diede come risultato l’invenzione di uno strumento di misurazione conosciuto con il nome di monocordo. Con l’aiuto di questo «potenziometro acustico», i matematici, e in particolare, nel sec.VI, Pitagora di Samo, furono in grado di calcolare e mettere in evidenza i rapporti matematici esistenti tra i diversi suoni. Una corda tesa sopra un tavolo di risonanza produce un suono quando la si fa vibrare. Dividendola in due parti uguali, essa produce un suono più alto di un’ottava; per un rapporto di uno a cinque, l’intervallo è di un quinto; per un rapporto di tre a quattro, esso è di un quarto, e così via.

Gli strumenti

[…] La musica, quando non era canto corale, era insegnata sulla lira a sette corde, e anche con il flauto (aùlos), spesso rappresentato  sulle ceramiche, ma poi andato fuori moda. Nella vicina Beozia non si risentirono i cambiamenti di umore di Atene, e il flauto restò in voga. Gli strumenti musicali per uso didattico erano la cetra e la lira, sostanzialmente lo stesso strumento, ma con un diverso numero di corde, che venivano fatte vibrare per mezzo di un plettro: in complesso, ai fini scolastici era prevalente l’uso della lira. La cetra aveva almeno otto corde, e anche undici o dodici, era più grande della lira, era fatta di legno, con due braccia che erano un prolungamento della cassa armonica. La lira aveva la cassa armonica formata dallo scudo di una tartaruga, e aveva di solito sette corde: nell’uno e nell’altro strumento le corde erano di budello o di nerbo, tirate su un sostegno (cordotonon) fissato al ponte termina le (zugorì). Altri strumenti musicali usati furono l’arpa e il barbitos, una specie di lira a corde più lunghe, con maggior numero di corde, tali da permettere di eseguire ottave. Fra gli strumenti a fiato, i vi era l’aulos, sorta di flauto di canna, con un vibratore pure di canna, o talora di osso, legno, avorio; più esattamente analoga al flauto era la syrinx, che poteva essere a una sola o a più canne; quest’ultimo era strumento primitivo usato dai pastori, ma nel sec. IlI fu sviluppato da Ctesibio di Alessandria nell’organo azionato ad acqua.

Altri strumenti a fiato usati per scopi militari erano la tromba  (oltre a vari tipi di trombette) e il corno a percussione; i timpani e i cembali erano usati solo per scopi cultuali.

Vari momenti dell’educazione di un giovane greco

L’insegnamento

L’insegnamento della musica è il complemento dell’istruzione elementare in quanto viene considerato il mezzo più immediato per raggiungere le doti di moderazione e di autocontrollo. La musica, del resto, era il mezzo che consentiva ai giovani di partecipare fin dai loro primi anni alla vita collettiva e di imparare a venerare gli dèi in mezzo agli altri uomini, poiché grazie alla musica essi potevano, con il canto e con la danza, partecipare alle pubbliche funzioni cultuali.[…]

 

Fonte: “LA STORIA 2”, La Biblioteca di Repubblica

Foto: RETE

 

 

 

 

 

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