Antica leggenda araba
II principe Hatim era tanto ricco quanto generoso. Nessuno poteva lamentarsi di essersi rivolto a lui senza ottenere ciò che voleva, e anzi molto di più. Il padre, per mettere un freno a tanta prodigalità, lo allontanò dalla corte, ordinandogli di andare a custodire una mandria di trecento cammelli in un’oasi lontana. Hatim non si lamentò, e anzi fu lieto della sua nuova vita da pastore, che gli consentiva di contemplare la natura e di abbandonarsi alle sue riflessioni.
Un giorno, giunse all’oasi una piccola carovana, guidata da tre uomini a cavallo. Il più anziano chiese ad Hatim se avesse qualcosa da dar loro da mangiare.
– Ma certo, con tanti cammelli che pascolano qui intorno! – rispose il pastore.
Senza un solo istante di esitazione, uccise i tre animali più grassi e li offrì ai viandanti, rifiutando ogni compenso.
– Ma noi ci saremmo accontentati di un po’ di latte! – dissero i tre cavalieri, sbalorditi da tanta generosità.
– Sì, ma ho capito che venite da lontano – rispose Hatim – e ho voluto darvi qualcosa che vi faccia ricordare di me, quando tornerete alle vostre case.
I tre si ricordarono del generoso pastore. Erano famosi poeti e ciascuno di loro si ispirò alla generosità di Hatim per comporre versi bellissimi e toccanti; poi tornarono insieme all’oasi, per donare al pastorello i loro poemi.
Hatim rimase confuso.
– Desideravo essere ospitale con voi, ma al confronto di ciò che mi avete dato, quello che ho fatto è ben poco cosa!
Decise di regalare ai tre poeti i cammelli che gli restavano, novantanove a ciascuno; quelli rifiutarono, ma Hatim giunse persino a giurare che avrebbe ucciso lui stesso tutti i suoi cammelli, se non li avessero accettati. I poeti compresero che non scherzava affatto, e tornarono alle loro case ciascuno alle testa di una lunga carovana.
Quando il padre del principe fu informato dell’accaduto, andò su tutte le furie, ma Hatim non si lasciò confondere.
– Non rimpiangere i tuoi cammelli – replicò. Al loro posto, ti porto fama e gloria eterne. I cammelli morranno, ma i poemi che ho avuto in cambio vivranno per sempre.
II re, esasperato, diseredò il figlio e lo scacciò definitivamente, senza per questo riuscire a guarirlo da una generosità che gli appariva dissennata. Eppure, fu proprio grazie a questa dote che Hatim, alcuni anni dopo, divenne potente e famoso.
La regina Mawiyya aveva annunciato che avrebbe sposato colui che si sarebbe dimostrato l’uomo più generoso. Si presentarono tre pretendenti, che ascoltarono in silenzio il regolamento della singolare gara e tornarono ciascuno al proprio accampamento, dove si fecero preparare la cena. Mawiyya si travestì da popolana e andò dall’uno all’altro, mendicando qualcosa da mangiare.
Il primo le diede un boccone di carne tagliato dagli stinchi del cammello che aveva appena fatto arrostire; il secondo le diede la coda del cammello che stava mangiando; Hatim invece, la pregò di aspettare e cucinò apposta per lei le parti più tenere del suo cammello.
Il mattino dopo, i tre pretendenti mandarono alla regina un cammello carico di doni preziosi; ma Hatim ebbe cura di mandare gli stessi doni a ogni altra donna del palazzo reale.
Mawiyya, che in cuor suo aveva già deciso, invitò a pranzo i tre uomini. Al primo fece servire un frammento di carne di cammello, presa dagli stinchi; al secondo una coda, e ad Hatim un piatto colmo dei bocconi più succulenti.
I due pretendenti rimasero confusi e imbarazzati, ma ancor più rimasero imbarazzati quando Hatim rifiutò di mangiare, se i rivali non avessero diviso la sua parte con lui.
La regina, grazie a quel gesto, superò anche le ultime esitazioni.
– Hatim è di gran lunga il più generoso tra voi – disse -perciò è a lui che concederò la mia mano.
L’intera vita del principe Hatim fu disseminata di episodi di commovente generosità, che non cessarono nemmeno dopo la sua morte: infatti, come si racconta da secoli nel suo paese, sulla tomba di Hatim, chiunque trova miracolosamente di che sfamarsi dopo l’estenuante traversata del deserto.
In “MITI E LEGGENDE DEI POPOLI DEL MONDO”, DI Daniela Padoan – Sansoni
Foto: RETE