Una volta, si racconta che morì un ladrone, uno di quei banditi di strada. Questo ladro era devoto a San Giuseppe e quando morì, si raccomandò al suo santo protettore. Ma tempo di morire, filò dritto all’inferno.
E dove altro poteva andare?
Saputa la cosa, San Giuseppe va da suo figlio, il Signore, e gli dice: «Figlio mio, è morto un povero disgraziato che ora è all’inferno. Io lo vorrei fare uscire, perché era un mio devoto e non lasciava passare un mercoledì senza dirmi il padrenostro e tante belle preghiere».
«Eh! Padre mio – gli disse il Signore, – ma non si è mai sentito che uno esce dall’inferno. Specialmente uno così, che nella vita ne ha combinate tante!…».
«Ma come facciamo? Io lo voglio liberare dalle pene e portarmelo in paradiso».
«E come facciamo? Io non lo voglio fare uscire».
E a furia di «io voglio» e «io non voglio», San Giuseppe si stufò e disse: «Quand’è così, rompiamo… e non se ne parla più! Chiamiamo subito mia moglie, che me ne voglio andare».
Rispose il Signore: «Padre mio, se vi portare via mia madre mi dispiace assai, ma io non ci posso fare niente!…».
«Mia moglie ha la sua dote e io la pretendo» disse San Giuseppe.
«E prendetevela!…».
E allora San Giuseppe disse: «Gli angeli sono di mia moglie, e me li prendo; gli Arcangeli sono di mia moglie e me li prendo; i Cherubini e i Serafini sono di mia moglie e me li prendo. Le Vergini e i Patriarchi sono di mia moglie…».
E intanto il Signore lo stava a sentire, che all’inizio gli pareva una cosa da niente; ma quando vide che in quel modo il paradiso gli restava vuoto, disse: «E poi che ci faccio qua da solo?…».
Pensa, pensa, alla fine disse: «Padre mio, calmatevi, che quel vostro devoto ora lo faccio uscire dall’inferno».
E così per la sua devozione a San Giuseppe, l’anima del ladrone si liberò dalle pene eterne, e se ne andò in paradiso.
GIUSEPPE PITRE’
In “FIABE E LEGGENDE POPOLARI SICILIANE” – Donzelli
Foto: RETE