Tipologie del tempio greco

 

Nell’analisi di un edificio si deve tener conto di alcune variabili: la sua organizzazione planimetrica, le tecniche costruttive, i rapporti di proporzione, l’apparato decorativo. È sulla base di questi parametri che vengono definite le categorie per la classificazione architettonica.

Esistono varie tipologie del tempio greco, ognuna delle quali può, a sua volta, differenziarsi per le dimensioni dell’edificio o per il contesto in cui questo è inserito.

La prima descrizione dei modelli del tempio greco risale al trattatista romano Vitruvio Pollione. Egli individuò le diverse tipologie in base all’organizzazione planimetrica degli spazi interni (naós, prònao, opistòdomo) e alla presenza o meno della peristasi, il porticato che circonda esternamente il tempio.

Le tipologie templari, secondo la classificazione di Vitruvio, sono le seguenti:

  1. Tempio in àntis: due pilastri di forma pressoché quadrata sono posti a conclusione dei muri perimetrali del naós (ante). In tal modo essi individuano il prònao che introduce al naós stesso, scandito da due colonne.
  2. Tempio doppiamente in àntis: presenta un secondo prònao sul lato posteriore della cella, l’opistòdomo (da òpisthen, dietro, e dèmos, casa), di forma e dimensioni uguali a quello posto sul lato anteriore. La cella, tuttavia, si apre solo sul prònao.
  3. Tempio pròstilo (da prò, avanti, e stylos, colonna): quattro o più colonne nel fronte anteriore individuano il prònao, aperto lateralmente.
  4. Tempio anfipròstilo: presenta un colonnato sul fronte e uno uguale sul retro.
  5. Tempio perìptero (da perì, intorno): un colonnato o peristilio circonda l’intero perimetro del tempio, determinando un portico perimetrale (peristasi). Nel caso in cui il colonnato laterale sia parzialmente addossato a muri della cella, in modo da formare una serie di semicolonne, il tempio è detto pseudoperìptero (dal greco pseudès, falso).
  6. Tempio dìptero: è circondato su tutti i lat da una doppia fila di colonne.
  7. Tempio a tholos: a pianta circolare, è circondato da colonne. Il nome è desunto dalla tipologia micenea di edificio circolare che sorregge una pseudocupola.
  8. Tempio monòptero: consiste esclusivamente in una corona circolare di colonne ed è dunque privo di naós.

Il numero delle colonne del prònao compieta la denominazione del tempio. Se esse sono quattro, il tempio è detto tetrastilo, si sono sei è detto esastilo, se sono sette è detto eptastilo, se otto octastilo, se nove ennastilo, se dieci decastilo.

Il Partenone in Atene, ad esempio, avendo otto colonne sul fronte e un unico peristilio, appartiene al tipo periptero octastilo; periptero esastilo è invece il Tempio di Zeus, a Olimpia. Anfipròstilo tetrastilo è il Tempio di Athena Nike ad Atene; diptero octastili quello di Zeus Olimpio ad Atene.

In base al numero di colonne del prònao inoltre, venivano fissate le dimensioni de fronti laterali: la regola, applicata in Età classica, è data dalla formula:

N = n x 2 + 1

dove N indica il numero delle colonne sui fronti laterali e n il numero di colonne della facciata.

 

In “STORIA DELL’ARTE” v.1 – AA.VV. – ATLAS

FOTO: Rete

Ti potrebbero interessare:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close