Viaggio nelle parole: TERZO MONDO

 

L’origine del termine si deve alla sociologia e alla demografia francese dei primi anni cinquanta del Novecento, in corrispondenza dell’ascesa sulla scena internazionale dei paesi coinvolti nel processo di decolonizzazione.

L’espressione “Terzo mondo” indicò in un primo tempo quei paesi, di recente indipendenza, che non facevano parte né del mondo capitalistico occidentale (“primo mondo”) né del “secondo mondo” comunista a economia pianificato, e che trovarono una sorta di collocazione politica nel movimento dei “non allineati”, la cui prima conferenzasi tenne a Bandung nel 1955.

In seguito, il termine ha ampliato il suo significato venendo a indicare l’area dei paesi in cui era concentrata la povertà del pianeta: i paesi in un primo tempo vennero chiamati «in via di sviluppo», perché si riteneva che dovessero e potessero ripercorrere il modello di sviluppo occidentale, e successivamente «sottosviluppati», a testimonianza del fatto che essi vedevano progressivamente crescere, invece che ridursi, il divario in termini di reddito, servizi e qualità della vita rispetto al mondo “sviluppato”.

Perciò l’espressione Terzo mondo” ha finito per essere utilizzata nel linguaggio politico e sociologico per segnalare la condizione di disagio e di povertà di molti popoli del pianeta: paesi dei quali i movimenti progressisti dell’Occidente rivendicavano l’emancipazione, in analogia con il “terzo stato” della Rivoluzione francese. Il termine, pur largamente utilizzato, ha perso progressivamente efficacia denotativa, non riuscendo a cogliere le grandi differenze economiche. sociali e culturali esistenti fra i paesi in questione.

Tali differenze si sono accresciute negli ultimi due decenni: per esempio, grandi paesi come l’India e la Cina, o realtà piccole ma estremamente dinamiche come i paesi “di nuova industrializzazione” (Nic, New Industrialising Countries) — fra i quali Taiwan, Corea del sud, Singapore – hanno conosciuto e conoscono un notevole sviluppo. Per questa ragione è entrato nell’uso l’espressione “Quarto mondo” per indicare quei paesi — la maggior parte dei quali in Africa — che si trovano in una condizione di drammatica arretratezza e povertà generalizzata, senza prospettive di crescita.

 

A. DE BERNARDI – S. GUARRACINO

 

In “La conoscenza storica” v.3 – Bruno Mondadori

Foto: RETE

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