…E NOI L’ABBIAMO PROMOSSO: dal Comune a capo della Regione

Chi ha ucciso Reggio Calabria

Un buco spaventoso nei conti del Comune: forse 118, forse 170 milioni di euro. Le infiltrazioni della ‘ndrangheta. Le ruberie dei politici. E i massoni. Storia di un saccheggio con pochi paragoni in Italia(18 settembre 2012)Giuseppe Scopelliti

Martedì 11 settembre a Reggio Calabria si sono chiusi i festeggiamenti per la Madonna della Consolazione, patrona della città. Erano incominciati sabato 8, con la discesa dalla collina dell’Eremo fino al Duomo. In mezzo al percorso, la fermata di fronte a Palazzo San Giorgio, sede del Comune, con i portatori che gridavano “Forza Reggio”, oltre al tradizionale “Viva Maria”. Alla Madonna si chiedono i miracoli. Il primo è atteso a giorni, se non a ore, quando il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri deciderà sul commissariamento di Reggio per infiltrazioni mafiose durante le giunte del sindaco Giuseppe Scopelliti (2002-2010), oggi governatore della Regione.

Solo un miracolo può salvare dallo scioglimento il Comune della più grande città calabrese. Poi bisogna vedere da che parte sta la Madonna. I suoi rappresentanti in terra di Calabria sembrano orientati in modo contrapposto. Domenica 2 settembre 2012 dal santuario di Polsi, sancta sanctorum per i summit delle ‘ndrine, il vescovo di Locri Giuseppe Fiorini Morosini ha annunciato il perdono della Chiesa per i mafiosi e, testualmente, la volontà di «non farsi intimorire dalla stampa che aspetta da noi sacerdoti parole di disprezzo» (applausi vivissimi degli astanti).

La replica è arrivata due giorni dopo da monsignor Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza, che ha bollato i mafiosi come «cuori di Caino» e li ha accusati di devastare l’economia locale con le violenze e le estorsioni. Nunnari avrebbe potuto citare anche l’altro fattore di devastazione: la politica locale. ‘Ndrine e assessori sono spesso insieme quando si deve decidere della vita e della morte delle attività produttive. I clan, a colpi di bombe. La politica in modo più sottile, creando un albo informale di fornitori-amici con accesso preferenziale alle casse pubbliche per appalti, consulenze e altre distribuzioni di fondi.

E’ bastato verniciare tutto con una patina di notti bianche, tronisti e leoni del pop in concerto come Elton John e battezzare il risultato finale “modello Reggio”. E’ durato dieci anni questo modello creato dai figli dei “boia chi molla”, criticato da 400 pagine di relazione prefettizia e celebrato con decine di inchieste della magistratura. L’elenco è sterminato. Si può citare la Multiservizi spa, una joint-venture tra il Comune e la cosca Tegano. Ci sono le parentele pericolose di Massimo Pascale, ex segretario particolare di Scopelliti e ora capostruttura in Regione, e dell’ex assessore Luigi Tuccio, figlio di un presidente di Cassazione. Pascale e Tuccio sono cognati di Pasquale Condello, cugino omonimo del “Supremo”, catturato nel 2008. Ci sono gli incarichi ad hoc per Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio arrestato dalla Procura di Milano per i suoi rapporti con il clan Lampada. C’è l’arresto a fine luglio dell’ex consigliere pro-Scopelliti, Dominique Suraci, punto di riferimento dei clan cittadini per la grande distribuzione. La pagina delle infiltrazioni mafiose potrebbe bastare a sbriciolare il “modello Reggio”.

Ma Reggio è anche a forte rischio di dissesto finanziario. Anni di spendi e spandi per creare una realtà mitologica a base di feste in differita Rai e dirette radio quotidiane su Rtl 102,5 con il sindaco Scopelliti (nome d’arte Peppe Dj) hanno creato un buco che il primo cittadino attuale Demetrio Arena stima in 118 milioni di euro. Gli ispettori delle Finanze lo quantificano prudenzialmente in 170 milioni, di cui 70 di puro saccheggio dalle pubbliche casse.

Come capro espiatorio per tutti si è immolata Orsola Fallara, responsabile del settore Finanze e Tributi del Comune. Ufficiale pagatore di Scopelliti e custode dei segreti finanziari della giunta, Fallara è morta suicida il 17 dicembre 2010 dopo quasi due giorni di coma e due mesi di attacchi dell’opposizione, che l’accusava documenti alla mano di essersi liquidata quasi 1,5 milioni di euro dal 2008 al 2010. Come dirigente del Comune pagava se stessa in quanto consulente del Comune. E così faceva con altri sodali di Scopelliti.

di Gianfrancesco Turano

Da  http://espresso.repubblica.it/

 

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