Mettetevi comodi e prendetevi tempo.
Il contesto: è la processione di sant’Anna alla Sciodda negli anni ’50.
Adesso partite con lo sguardo dal centro e muovetevi, lentamente, verso i margini della fotografia. Ogni particolare è un piccolo capitolo di storia paesana:la strada ancora sterrata, i Fratelli, le masserizie di Sollazzo, i ganci della chianga dove venivano appese le capre macellate…
Lasciate che la memoria viaggi libera. Se gli occhi si inumidiscono, fate finta di soffiarvi il naso e mandate giù un po’ di saliva. Questo impasto di emozioni vi addolcirà la giornata.
Se siete giovani, aggrappatevi ad uno con capelli bianchi, passo incerto e volto abbellito da rughe; succhiategli l’anima di quel tempo. Lì è nascosta una parte di voi stessi. Prendetevela e conservatela nel vostro sacrario; sarà viatico prezioso, soprattutto quando il passo s’inoltrerà in terre sconosciute.