Una domanda da miliardi di euro: che cos’è la Pac?

 

Pac sta per Politica agricola comune, in parole povere un grande ammontare di soldi destinati alle aziende agricole e ai coltivatori delle aree rurali. La Pac rappresenta circa il 38% dell’intero budget dell’Ue pari a oltre 400 miliardi di euro (52 miliardi in 6 anni per l’Italia). La Politica agricola comune disciplina le diverse forme di agricoltura in tutta Europa ed è stata introdotta nel 1962 con lo scopo di aumentare la produttività, aumentare la sicurezza alimentare e stabilizzare i mercati. Negli anni la Pac è stata riformata già diverse volte per adattarsi a nuove sfide e priorità, come ad esempio l’ambiente. Purtroppo, e nonostante piccoli progressi in alcune sue parti, le riforme successive non sono riuscite a rendere la Pac uno strumento davvero utile per un’agricoltura più sostenibile.

CHE COS’È IL SISTEMA AGROALIMENTARE?

Per sistema agroalimentare si intende quel percorso, sempre più lungo e tortuoso, che porta il cibo dal campo alla nostra tavola. Tutto comincia là dove le materie prime vengono coltivate o allevate, poi lavorate, confezionate, distribuite e infine messe sugli scaffali pronte per la vendita finale e per finire nel nostro piatto.

COSA SIGNIFICA CHE LA NOSTRA AGRICOLTURA È MALATA?

Significa che tra il campo e la forchetta ci sono troppi passaggi che portano conseguenze pericolose. Pericolose per la salute dei cittadini europei che vogliono cibo sano da mangiare e acqua pulita da bere. Tutto questo senza considerare il pesante impatto ambientale dell’agricoltura intensiva, che provoca un’enorme perdita di biodiversità causata dalla distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la degradazione dei suoli e, infine, contribuisce al cambiamento climatico.

PERCHÉ LA PAC È COSÌ IMPORTANTE PER SALVARE LA NOSTRA AGRICOLTURA?

La Politica agricola comune (Pac) è lo strumento più importante per controllare il sistema agroalimentare in Europa. Oggi la Pac sta peggiorando i nostri problemi economici, sanitari e ambientali, sostenendo pratiche agricole non sempre sostenibili. Una Pac più intelligente potrebbe davvero guarire la nostra agricoltura malata.

Una Pac riformata porterebbe una reale ricchezza a una nuova generazione di produttori agricoli consapevoli e amici della natura. Dovrebbe assicurare sussidi agli agricoltori che sono più attenti all’ambiente, che si impegnano quotidianamente per tutelare gli habitat naturali, dimore di biodiversità, mantenere l’acqua e l’aria pulita e preservare il paesaggio. Potrebbe aiutare le zone rurali in declino a tornare in vita riportando la gente all’attività agricola. E infine potrebbe garantire a tutti noi il cibo buono, sicuro e sano di cui abbiamo bisogno.

LA CAMPAGNA MI SEMBRA VERDE COME SEMPRE. ALLORA DOV’È IL PROBLEMA?

Anche se la campagna può sembrarci ancora verde in realtà la natura sta scomparendo sotto i nostri occhi. Il 55% degli uccelli tipici dei paesaggi agricoli sono scomparsi negli ultimi 30 anni, il 25% dei bombi – insetti fondamentali per l’impollinazione di molte piante che producono cibo – rischiano l’estinzione e molte altre specie selvatiche stanno subendo lo stesso destino.
Tutto questo è dovuto principalmente all’agricoltura intensiva: le siepi vengono eliminate, gli stagni prosciugati, i prati cancellati e questo provoca la distruzione degli habitat dove le specie selvatiche vivevano. I prodotti chimici, usati come pesticidi e fertilizzanti, stanno uccidendo le api e le farfalle e inquinando i nostri fiumi. I grandi cambiamenti nei calendari agricoli (es. l’anticipo del periodo di semina e raccolto, l’anticipo dello sfalcio dei prati) causano la distruzione dei nidi di molte specie, come ad esempio le allodole. Il passaggio dalla diversificazione colturale (con colture diverse) in favore delle monocolture (grandi distese di una sola varietà di vegetali) sta mettendo seriamente in pericolo diverse specie selvatiche. Ricordiamo che i terreni agricoli coprono circa la metà dell’intero territorio dell’Unione europea, quindi non si tratta di un problema da poco.

PERCHÉ L’ATTUALE PAC È COSÌ CONTROVERSA?

La Pac è una politica agricola inefficiente. La maggior parte del budget assegnato alla Pac finanzia pratiche che danneggiano l’ambiente e il resto dei fondi è utilizzato per cercare di riparare i danni causati. I pagamenti diretti contadini alle aziende agricole, previsti dalla Pac, dovrebbero servire a stabilizzare le entrate e contrastare la volatilità del mercato e le imprevedibili condizioni atmosferiche che condizionano i raccolti. Meno di un terzo dei pagamenti diretti sono destinati al pagamento “greening” cioè quelle pratiche di agricoltura sostenibile di finalizzate a contrastare il cambiamento climatico e il degrado ambientale legato alla qualità del suolo, alla biodiversità e allo stoccaggio del carbonio nel terreno e nella vegetazione. A peggiorare le cose, la maggior parte delle misure del “greening” si stanno dimostrando inutili. Inoltre, sebbene i Programmi di sviluppo rurale finanzino progetti sostenibili – ad esempio la riconversione al biologico, gli agriturismi e il recupero dei villaggi rurali, e altre misure a favore dell’ambiente – gli stessi Psr non sono abbastanza ambiziosi. L’attuale Pac non è all’altezza delle sue ambizioni. I cittadini stanno pagando tre volte: prima di tutto per i sussidi della Pac, poi per riparare alle conseguenze dell’agricoltura intensiva sulla salute e sull’ambiente e infine per mettere il cibo nel loro piatto. Bisogna tornare indietro e ridisegnare la Politica agricola comune perché sia dalla parte di chi produce il cibo e di chi il cibo lo mangia, dalla parte della natura e dei cittadini che pagano le tasse.

RIFORMARE LA PAC FA BENE ALLA NOSTRA SALUTE?

Certamente! L’attuale Pac favorisce la produzione di determinati cibi (come la carne, i latticini e gli zuccheri) a discapito di altri (come la frutta e la verdura) rendendo i primi più convenienti per i produttori e per i consumatori. Queste scelte hanno conseguenze dirette sulla nostra salute. Bilanciare questo squilibrio è vitale per il benessere dei cittadini europei. Allo stesso modo la sicurezza dell’acqua che beviamo è minacciata dalla presenza di sostanze chimiche pericolose nei nostri fiumi. Non avrebbe senso ricompensare gli agricoltori che producono cibo sano e sostenibile e che proteggono attivamente l’ambiente riducendo la quantità di sostanze chimiche che utilizzano?

MA LA PAC È GIA’ STATA RIFORMATA DI RECENTE…

L’ultima riforma della Politica agricola comune è stata adottata nel 2013 e implementata nel 2015. Ma molti agricoltori ritengono che le ultime riforme abbiamo reso una politica già complessa come la Pac ancora più difficile da comprendere. Il principale motivo dell’ultima riforma era quello di rendere la Pac più “amica dell’ambiente”, ma non è stato così. Per i ministri dell’Agricoltura realizzare una riforma “verde” era solo un modo per salvare il budget della Pac, mentre non hanno mai avuto l’intenzione di dare seguito ai buoni propositi e agli impegni presi in favore dell’ambiente.
Persino la Commissione europea è stata costretta ad ammettere che l’attuale Pac è obsoleta rispetto ai cambiamenti politici ed economici globali: i prezzi dei prodotti agricoli sono molto volatili, i mercati sempre più incerti, si preferiscono gli accordi commerciali bilaterali a quelli multilaterali e la Ue ha siglato nuovi impegni internazionali riguardo i cambiamenti climatici (l’Accordo di Parigi sul clima a seguito del Cop 21) e lo sviluppo sostenibile (gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite, SDGs). In ultimo la forte pressione a ridurre il budget dell’Unione è ulteriormente aumentata in vista dell’imminente uscita del Regno Unito. […]

 

Fonte: https://www.cambiamoagricoltura.it/lagricoltura-che-vogliamo/

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