Verbicaro: LE EPIDEMIE COLERICHE E LA RIVOLTA DEL 1855

Verbicaro, la rivolta del 1911

Verbicaro «è stato sempre un paese molto popolato»(1) e quindi focolaio di pericolose epidemie

 Nel lontano 1656 «l’epidemia che colpì il Regno di Napoli vi fece 700 vittime»(2), tra le quali perirono 19 preti. Infatti, mentre nel 1601, sotto l’Arcipretura di d. Sebastiano

Valentino, in una riunione si contavano più di 35 preti a Verbicaro, nel 1656, sotto l’Arcipretura di d. Guglielmo Martino, in una visita vescovile, si numeravano 27 preti e «per contagio avvenuto in detto anno, restarono otto, tra i quali se ne passò a miglior vita anche il Suddetto Arciprete»(3).

Che una terribile epidemia avesse decimato la popolazione lo si può riscontrare differenziando il numero di abitanti dell’anno 1648, quando Verbicaro fu tassata per 297 fuochi, e quelli dell’anno 1669, tassata per 149, riportati dal Giustiniani.

Praticamente ne mancavano ben 148 e calcolando, in media, sette persone per nucleo familiare, morirono all’incirca 1036 persone; fatto allarmante se si pensa che la popolazione, dal 1532 al 1648, era notevolmente aumentata, passando da 206 fuochi a ben 297. Secondo il Cava, l’epidemia fu di peste e perirono circa 737 abitanti(4).

Alla paura, mai dimenticata, della peste si doveva aggiungere, nel 1783, «il panico dello sterminio del terremoto»(5)

Quando, nel 1829, il colera dall’India si diffuse a Mosca e poi, nel giro di cinque-sei anni, raggiunse la maggior parte dell’Europa(6), nel 1837, colpì, purtroppo, anche Verbicaro.

Infatti, durante il corso dell’anno, furono registrati i seguenti morti(7):

Gennaio ………………………………………….. 19

Febbraio ………………………………………….. 21

Marzo …………………………………………….. 14

Aprile ……………………………………………… 19

Maggio ……………………………………………. 47

Giugno ……………………………………………. 44

Luglio ……………………………………………… 28

Agosto …………………………………………….. 20

Settembre ………………………………………… 17

Ottobre …………………………………………… 5

Novembre ………………………………………… 4

Dicembre …………………………………………. 6

In seguito a queste calamità, Verbicaro decise di solennizzare due feste votive: il 5 marzo perché «liberata dal flagello del terremoto dell’anno 1783» e la 2a e 3a domenica di novembre «nel Patrocinio della Beata Vergine per averla liberata dal cholera (morbo) nell’anno 1837»(8).

Il colera, dal 1835 al ’37, aveva toccato non solo la Calabria ma tutta l’Italia. La gente era convinta di essere vittima di un avvelenamento generale, voluto dagli untori e bastava poco per essere accusati come tali. In questo clima di diffidenza, paura e sospetti, era facile liberarsi di odi e vendette personali.

In Calabria il popolo era convinto che a propinare il veleno fosse il Governo perché «lo stimava capace di tutto»(9). Neanche Verbicaro sfuggiva alla tensione, infatti il

Preto scrive:

Un processo per propinazione di veleno colpisce sempre nel 1837 Francesco Silvestri e Maria Picerno, ambedue di Verbicaro, un villaggio che diverrà tristemente noto nel 1855 e nel 1911 […]. Negli anni seguenti 1′ “affare dei veleni” diventa per i cosentini un motivo permanente di terrore e uno strumento diabolico di delazione, vendette private e pubbliche, calunnie a fini personali o politici; si radica in questo fatale 1837 una mala pianta che darà nel 1855, 1867 e 1911 frutti amari di odio e di sangue(10).

Secondo il Mazzei, il colera del 1834 ebbe il vantaggio di distrarre Verbicaro dalla «silenziosa preparazione dei moti che scoppiarono nel 1848, fecondati dal sangue versato dai martiri del 1844 sull’area del Vallo di Rovito»(11).

Ma nel 1844, con l’arrivo della stagione estiva, si diffuse a Verbicaro un’altra allarmante epidemia, la cui maggiore recrudescenza si verificò nel mese di agosto, come risulta dai dati qui di seguito riportati(12):

                                              morti

Gennaio …………………….. 10

Febbraio …………………….  12

Marzo ……………………….  11

Aprile ……………………….. 21

Maggio ……………………… 26

Giugno ………………………  15

Luglio ……………………….. 37

Agosto ………………………. 41

Settembre …………………… 21

Ottobre ……………………… 14

Novembre …………………… 20

Dicembre ……………………. 12

Lo Stato Civile di Verbicaro, dell’anno 1844, registrava, senza peraltro riportare la causa del decesso, complessivamente 240 morti, l’Archivio parrocchiale di S. Maria del Piano ne registrava 246 (13).

Ma le calamità non si fermarono al 1844, perché il colera, implacabile, si abbattè ancora su Verbicaro nel 1855.

Già negli anni precedenti era stato registrato un alto indice di mortalità, come si può notare dai dati qui di seguito riportati (14).

 Anno ……………… morti

1849 …………………  162

1850  ………………..  149

1851 ………………… 127

1852 ………………… 125

1853 ………………… 166

1854 ………………… 180

1855 ………………… 644

II villaggio, che contava circa 5.000 abitanti (15), vide, nel 1855, salire vertiginosamente il numero dei morti.

Fino al 15 novembre furono 238.

Ed il 16 così veniva annotato nel liber mortuorum: «Ora incominciati le dolenti note» e «Nume incipit Cholera (morbus)», mentre si registravano 25 morti. Dallo Stato Civile di Verbicaro dell’anno 1855, non risulta un così alto numero di morti fino al 15 novembre (16).

Ho notato anche una lieve differenza tra i morti registrati dal liber mortuorum e quelli dallo Stato Civile, relativi al mese di novembre, dal 16 in poi, come si può notare dai dati qui di seguito riportati:

Novembre                 Liber                                        Stato 

…………………………. Mortuorum                                 Civile

16 ………………………… 25 …………………………………………… 20

17 ………………………… 39 …………………………………………… 49

18 ………………………… 94 …………………………………………… 97

19 ………………………… 75 …………………………………………… 73

20 ………………………… 32 …………………………………………… 34  

21 ………………………… 34 …………………………………………… 35

22 ………………………… 30 …………………………………………… 29

23 ………………………… 24 …………………………………………… 25

24 ………………………… 15 …………………………………………… 10

25 …………………………  8 ……………………………………………  9

26 …………………………  1 ……………………………………………  1

27 …………………………  2 ……………………………………………  4

28 …………………………  1 ……………………………………………  2

29 …………………………  1 ……………………………………………  1

30 …………………………  3 ……………………………………………  5

Mentre nello Stato Civile non viene menzionata la causa del decesso, nel liber mortuorum è messa a gran rilievo; e alla fine dell’anno viene annotato: «finisce l’anno e finisce il morbo del colera»11′, registrando solo nove morti a dicembre.

Da COLERA SOVVERSIVO, di  M. P. Lorenzo – Edisud

FOTO: Rete

NOTE

1 P. RlNALDI, Op. CÌt., p. 14.

2 G. VALENTE, Dizionario dei luoghi della Calabria, a cura della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, Cosenza, ed. Frama’s, 1973, p. 1133.

3 ARCHIVIO CHIESA ARCIPRETALE DI VERBICARO, Liber bonorum stabilium,

anno 1824-25.

4 L. GIUSTINIANI, op. cit., p. 270, riporta 149 fuochi nel 1669 e G. Valente, op. cit., p. 1133, riporta 148 fuochi nel 1669. G. CAVA, op. cit., p. 93, che cita: «Verbicaro contava nel 1648 anime 1485 e 748 nel 1669; il qual divario nacque dalla pestilenza del 1656, che gravemente l’afflisse».

5 P. MAZZEI, Aprustum: sua origine ed evoluzione, Cosenza, 1909. Stab. Tipografico Pasquale Rocco, S. Giovanni a Teduccio (NA), p. 12. L’opuscoletto è in possesso del prof. Pietro Rinaldi di Verbicaro. Il terremoto è del 1783 e non del 1784, come riporta il Mazzei.

6 P. PRETO, op. cìt., p. 121. Sul colera del 1836, v. G. SOLE, Colera e rivolte nel cosentino, in «Classe», n. 20, pp. 101-133, ed. Dedalo, 20 dicembre 1981.

7 ARCHIVIO CHIESA ARCIPRETALE DI VERBICARO, Liber mortuorum, anni 1819-1840.

8 Liber bonorum stabilium, cit.

9 P. PRETO, op. cit., p. 161, che cita L. Settembrini.

10 Ivi, p. 163. ARCHIVIO DI STATO (d’ora in poi A.S.) DI COSENZA, Processi

Politici, pacco n. 20, Voi. 4, anno 1837.

11 P. MAZZEI, op. cit., p. 12. Il Mazzei non è molto preciso nel riportare le date. Il colera è del ’37 e non del ’34.

12 A.S. COSENZA, Stato Civile Verbicaro, anno 1844.

13 ARCHIVIO CHIESA ARCIPRETALE DI VERBICARO, Liber mortuorum, anni

1840-1876.

14 Ivi.

15 A.S. COSENZA, Gran Corte Criminale, Processi Politici, pacco n. 64, I-II parte. Voli. 142-143, anni 1855/56.

16 A.S. COSENZA, Stato Civile Verbicaro, anno 1855.

17 ARCHIVIO CHIESA ARCIPRETALE DI VERBICARO, Liber mortuorum, anni 1840-1876.

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One Reply to “Verbicaro: LE EPIDEMIE COLERICHE E LA RIVOLTA DEL 1855”

  1. Francesco ha detto:

    Complimenti articolo fatto con molta cura si evidenzia il sapere di chi scrive
    Complimenti
    Francesco licursi

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