LA GROTTA DI LASCAUX

La grotta di Lascaux, nella Dordogna (Francia), fu scoperta da alcuni ragazzinel 1940. In essa si trova uno dei più importanti e meglio conservati complessi di pitture murali della preistoria. In realtà tutta la regione è fitta di caverne ricolme di graffiti e disegni, ma nella grotta di Lascaux un immenso affresco di 1600 figure dipinte e scolpite ricopre quella che è stata definita la «Cappella Sistina» della preistoria.

Sala dei tori

Sulle pareti della cosiddetta Sala dei tori, la parte principale della caverna, si susseguono, spesso sovrapponendosi, i colorati affreschi di numerosi animali di proporzioni differenti, ma soprattutto vi è la gigantesca sequenza di quattro auroch, i progenitori degli attuali tori, dipinti sulla volta e disposti a semicerchio, uno dei quali (il «grande bove nero») supera i 5 metri di lunghezza.

La famosa scena dal “Pozzo dell’uomo morto” della caverna di Lascaux.

Gli auroch sono stati sempre attribuiti ad un’unica mano, o a una piccola «scuola» di artisti, che ha utilizzato un pigmento di manganese nero per i disegni. Per la maggior parte degli studiosi la loro raffigurazione aveva valore rituale o propiziatorio di una buona caccia. Da questa grande sala partono due corridoi: uno è cieco, con figure di bovini e cavalli, l’altro, invece, conduce ad una specie di navata con un’abside ricca di dipinti, e ad un piccolo locale con incisioni di probabili felini colpiti da frecce. Dall’abside è possibile scendere nell’ambiente detto il Pozzo dell’uomo morto, sulla cui parete si trova la famosa pittura di un uomo con la testa (o maschera) di uccello, e le braccia aperte, che giace, forse ferito mortalmente, tra un bisonte ed un rinoceronte; accanto all’uomo vi è anche la figura di un palo sormontato da un uccello.

Questa scena ha dato adito a due principali interpretazioni: secondo alcuni vi è semplicemente raffigurato un incidente di caccia; per altri si tratta della figurazione di uno sciamano in stato di trance. Allo stesso modo due diverse spiegazioni sono state date al palo con l’uccello: palo funerario o, per taluni, propulsore.

Recentemente è stata avanzata da Franklin Edge l’ipotesi che le figure di Lascaux potrebbero rappresentare un primitivo ma efficace calendario stellare, capace di segnalare all’intera comunità l’arrivo del solstizio d’estate. L’audace ipotesi non è isolata: secondo Michael Rappenglueck, dell’Università di Monaco, le pitture simboliche mostrerebbero la luna attraverso le sue differenti fasi; sulle pareti della grotta potrebbe essere rappresentato, dunque, il più antico calendario mai creato.

Benché controverse, queste interpretazioni potrebbero fare luce sulle funzioni delle pitture preistoriche, e sull’origine della omografia celeste.

La datazione dei dipinti della grotta è motivo di dibattito. È probabile che la caverna sia stata usata come luogo di culto, e che i dipinti siano stati fatti durante un lungo lasso di tempo: secondo il Breuil, i limiti di questo periodo corrispondono all’inizio dell‘Aurignaziano(1) medio e alla fine dell’Aurignaziano superiore. Tale teoria è stata successivamente molto contestata: i dipinti andrebbero attribuiti alla prima fase del Magdaleniano(2).

FONTE: STORIA DELLE RELIGIONI,  La Biblioteca di Repubblica

FOTO: Rete

NOTE

1 – L’aurignaziano indica una cultura paleolitica che si diffuse in Europa, e in piccola parte anche nel sud-ovest asiatico, tra 47.000 e 35.000 anni fa. Il nome deriva da quello del sito di riferimento situato a Aurignac, nel dipartimento dell’Alta Garonna, nel sud-ovest della Francia. (WIKIP.)

2 – Il magdaleniano (o “maddaleniano”) (18-17.000 – 11-10.000 anni fa, verso la fine dell’ultima glaciazione) è l’ultima cultura del Paleolitico superiore europeo. Il nome è stato fatto derivare da Gabriel de Mortillet dal sito di Abri de la Madeleine, presso Tursac, in Dordogna, Francia, scavato dal 1863.(WIKIP.)

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