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Che mare orfano, bambino mio,
che varicella di alberi,
spifferi di porte che la pioggia riempie,
un braccio di lontana memoria
che chiude le finestre
e l’amore eremita nelle cave,
chino su una vena di lacrime.
Crescere così
e all’improvviso tutto che si piega da una parte,
alghe le tue sere che il mare porta via,
vetrine di sentimenti e pezzi di ricambio della mente
che vanno in frantumi.
Credimi se vuoi se vuoi dimentica le mie parole.
Prendi il poco verde,
la poca peluria delle foglie,
ma torna in questo luogo
perché non si perdano i segreti del giorno.
Michalis Ganàs
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FOTO: Rete
3 Replies to “Che mare orfano, bambino mio”
Come commento :
Il RISARCIMENTO di Gesualdo Bufalino
La vita non sempre fa male,
può stracciarti le vele, rubarti il timone,
ammazzarti i compagni a uno a uno,
giocare ai quattro venti con la tua zattera,
salarti, seccarti il cuore
come la magra galletta che ti rimane,
per regalarti nell’ora
dell’ultimo naufragio
sulle tue vergogne di vecchio
i grandi occhi, il radioso
innamorato stupore
di Nausicaa.
Grazie, Vincenzo.
Errata corrige: GESUALDO BUFALINO.