U sangiuvannu

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Un tempo ad Orsomarso si diceva (e gli anziani ancora dicono): ”Su ligati ru sangiuvannu”, per indicare un legame particolare di parentela,  non  di sangue.

Ma perché “sangiuvannu”? Probabilmente in ricordo dell’amicizia particolare che si creò tra Gesù e san Giovanni Battista.

Proprio in occasione della festa di san Giovanni, il 24 giugno, nel tempo contadino si stringevano legami di amicizia particolari, destinati a durare tutta la vita, soprattutto tra ragazze.

Il comparatico, però, si può stringere in tre modi:

  1. – facendo da testimoni alle nozze (cumpari o cummari r’aniddu);
  2. – tenendo a battesimo o facendo da padrino/madrina alla cresima di un ragazzo/a;
  3. – stringendo comparatico o commaratico nella notte del 24 giugno. I modi per stringere quest’ultimo tipo di legame sono vari: sulle Madonie è uso scambiarsi un garofano rosso e mangiare insieme dopo aver recitato alcune formule; nel messinese la cerimonia avviene attraverso lo scambio di un confetto; in altri posti è uso bere un sorso d’acqua salata o intrecciare i capelli della comare;.

I primi due modi sono misti, ossia un uomo può divenire compare di una donna e viceversa, mentre il terzo viene solitamente usato per il comparatico di due soggetti dello stesso sesso, in genere tra ragazze.

Ad Orsomarso le ragazze diventavano “comare di mazzetto”, scambiandosi un mazzetto di garofani.

Il più forte fra i vari comparatici è quello di san Giovanni. Sulla scelta del compare ci si riflette a lungo. Presupposto essenziale è uno stretto legame d’amicizia e una profonda fiducia. Guai a tradire “u sangiuvannu”! Si provocherebbe una ferita profonda difficilmente sanabile. “San Giovanni non vuole inganni!”, ammonisce un proverbio.

Sempre nella notte di san Giovanni, in alcuni paesi vicini, le ragazze cercavano di capire cosa riservasse il futuro.

La sera del 23 giugno, prendevano un bacile (o una piccola bacinella), vi versavano dell’acqua e vi mettevano un albume d’uovo. Poi lo depositavano sul davanzale della finestra o sul balcone.

La mattina del 24, con curiosità mista ad inquietudine, andavano a verificare che forma avesse preso l’albume. Le forme codificate erano: una bara, un bastimento o una barca. Barca e bastimento significavano possibilità di viaggi, separazione per motivi vari, o lavoro lontano da casa, mentre la bara si portava appresso il rischio di lutti in famiglia o malattie gravi.

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Sulle “comare di mazzettoCLICCA QUI

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