Spionaggio e matematica

Carme è nato il 7 settembre 2021. Non è un carme foscoliano.

È l’acronimo di Center for Advanced Research on Mathematics Education. Pubblicizzare iniziative di fondazioni ricorrendo all’inglese va di moda. In questo caso la moda è sfoggiata da Uniser – Pistoia srl che finanzia l’iniziativa insieme con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e l’Università di Pisa. Si prospetta anche la collaborazione di altri Atenei. Il tono propagandistico raggiunge le vette dell’apologia e del panegirico: “è un  centro fra i più specializzati nel mondo, l’unico nel suo genere”, recita un comunicato stampa Uniser.

 

Ecco l’organizzazione del centro:

L’ampia aula da 90 metri quadrati si compone di cinque tavoli a margherita con sei postazioni ciascuno, ed è capace di ospitare fino a trenta studenti di cicli scolastici che vanno dalla scuola dell’infanzia alla secondaria superiore.

 

Questo primo ambiente comunica, attraverso un vetro a specchio che lascia vedere in un’unica direzione, con una cabina di regia dotata di un sistema di video e audio registrazione dalla quale i ricercatori osserveranno e studieranno, non visti, metodi e meccanismi di apprendimento della matematica da parte degli studenti dai 3 ai 18 anni. L’obiettivo è quello di indagare i processi che regolano l’apprendimento della materia, così da modularne la didattica, massimizzandone i risultati, sia per i livelli di eccellenza  che per chi,  e sono ancora molti nel nostro paese,   ha difficoltà con la matematica.

 

Si noti l’enfasi sui “ricercatori …non visti”.

Anche questa è una moda. L’epoca attuale è infatti l’epoca della sorveglianza. Secondo Shoshana Zuboff, docente presso la Harvard Business School, oggi la sorveglianza è uno strumento del capitalismo: «I capitalisti della sorveglianza sanno tutto di noi, mentre per noi è impossibile sapere quello che sanno. Accumulano un’infinità di nuove conoscenze da noi, ma non per noi. Predicono il nostro futuro perché qualcun altro ci guadagni, ma non noi.»

 

È il 6 luglio 2022 quando la testata “Buone notizie” del Corriere della Sera propaganda entusiasticamente il Carme. Titolo: “Matematica ostica, se entri nel Carme la capirai anche tu.” Sottotitolo: “Studenti italiani ultimi in Europa, il 51% è sotto il livello minimo. Finalmente un Centro per facilitare i meccanismi di apprendimento. Messo a punto dai ricercatori dell’Università di Pisa con Uniser.”

 

Nell’articolo colpisce il seguente passo, che sintetizza approvandola l’iniziativa dei “ricercatori … non visti”: “Studenti e insegnanti vengono osservati attraverso un vetro a specchio da una cabina di regia adiacente.”

 

Gli osservatori sembrano affetti da una sorta di “voyeurisme” in cui l’ossessione sessuale è sostituita dall’ossessione didattica.

Naturalmente non vi è reciprocità: gli osservati non possono osservare gli osservatori. Sarebbe questo lo “specchio della scuola” del Ministro dell’Istruzione in carica? La matematica appare simile a una reclusa spiata dai secondini nella cella. Immaginiamo un Pitagora che mentre elabora il suo teorema venga scrutato da gente curiosa! Può darsi che non se ne accorga, ma se viene a sapere che ogni sua mossa viene sorvegliata può essere preso dall’ansia e il teorema abortisce. Ci sono persone che prendono uno spunto didattico alla moda e cercano di somministrarlo alla scuola, ma non sanno che cosa nella scuola veramente accada. Così invece di andare avanti si blocca tutto.

 

I docenti di matematica si fermano ai risultati e non si curano dei processi mentali con cui gli studenti ci arrivano?

Crediamo di no. E non crediamo che dall’esterno si possa entrare nella mente di un ragazzo quando elabora i suoi ragionamenti: questo è un compito che spetta ai docenti e ai compagni di classe. La scuola in presenza è ormai subordinata a spionaggi esterni ed estranei. L’istruzione non è più di competenza ministeriale.

 

Si pensi anche alla Fondazione Agnelli, che sguinzaglia i suoi sedicenti ispettori sulle tracce della didattica e  si pensi anche all’Invalsi, che sbircia le prestazioni studentesche attraverso finestre di test.

Del 6 luglio 2022 è l’articolo di Alex Corlazzoli su Il fatto quotidiano dal titolo Test Invalsi: nei risultati la prova del nove che sono una beffa. Così esordisce l’autore: «Se fossi il ministro dell’Istruzione, da domani liquiderei l’Invalsi, l’istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo.»

 

Perché liquidarlo? Perché il Presidente dell’Invalsi Roberto Ricci ha dichiarato che “è possibile verificare che alcune delle maggiori criticità riscontrate negli esiti di quest’anno si ritrovano già nei risultati di dieci –vent’anni fa”. Quindi non è vero quanto asserisce Alessia Mattei, responsabile dell’area prove dell’Invalsi, cioè che le prove “sono una risorsa perché sono mirate al miglioramento del sistema scolastico”. Conclude infatti l’articolista: “Delle due l’una: o è falso quanto detto o le prove sono inutili.”

 

Purtroppo gli organi di informazione fungono ormai da mera cassa di risonanza dell’oracolo adorato per i suoi responsi tramite gli esiti dei test.

Sentenze di una Sibilla da un misterioso antro. Sempre le stesse. Niente di nuovo sotto il sole.  Eterno ritorno dell’identico.  Intanto questa artificiosa denigrazione dell’operato dei docenti produce un deleterio  effetto in  campo internazionale:  la  scuola  italiana viene considerata all’estero gravemente  deficitaria  con un conseguente giudizio di cronica insufficienza  che tende a riflettersi  sulla nazione intera. Nello stesso tempo, però, all’estero ci si meraviglia per il fatto che da una scuola presentata così malconcia provengano studenti eccellenti costretti a cercare altrove quel dignitoso lavoro che non trovano in patria.

 

Fatto sta che la scuola italiana si ostina, a dispetto di ogni spione,  a privilegiare il primato della presenza delle persone a colloquio al di fuori dell’ambiente virtuale. Primato derivante da una tradizione pedagogica che è tutt’uno con l’incessante tentativo del “diventare umani”, per usare un’espressione di Michael Tomasello, docente di Psicologia e Neuroscienze alla Duke University statunitense. In Becoming Human. A Theory of Ontogeny, pubblicato in traduzione italiana da Raffaello Cortina Editore (2019),  frutto di ricerche collettive durate circa un ventennio presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia Comparata del Max Planck Institute di Antropologia Evoluzionistica  a Lipsia, lo studioso sottolinea fra l’altro l’importanza degli scambi comunicativi che avvengono in presenza, contrapponendoli in tal modo ai processi unidirezionali in cui viene negato il diritto di replica a chi dovrebbe essere un interlocutore da privilegiare.

 

Vorremmo che gli enti non ministeriali ammiratori del famoso James Bond o nostalgici della mitica Mata Hari cominciassero a spiarsi a vicenda.

Che ciascun ente, invece di prendere a bersaglio sempre e soltanto la scuola militante, cercasse di giudicare i concorrenti. Si tratterebbe di accertare innanzitutto fino a che punto i responsabili siano acculturati nelle scienze umane e nelle specifiche discipline. Tutto dovrebbe avvenire in piena trasparenza. Saremmo curiosi di conoscere le ascendenze specialistiche degli operatori. Ci piacerebbe spiarli un po’ anche noi. Intanto attendiamo di conoscere, quando verrà il momento, le risultanze del Craem, anagramma di Carme, acronimo di Centro per la Ricerca Avanzata sull’Educazione Matematica. Si badi: avanzata, come se esistesse una ricerca arretrata o retrograda. Certo è che Carme suona meglio. È più adatto a uno slogan. I nostri docenti preferiscono invece operare nella quotidiana realtà scolastica senza esibizionismi. Ben sanno che contano non soltanto i processi mentali, ma anche i rapporti interpersonali ed esistenziali. È stando di giorno in giorno a contatto con gli studenti che si elabora la conoscenza. Anche quella matematica. Una matematica amata perché vissuta e in quanto tale non bisognosa di suggeritori imbucati.

 

Biagio Scognamiglio

Fonte: https://www.matmedia.it/matematica-e-spionaggio/

Foto: Rete

Suggerito dal prof. Vincenzo Bloise

 

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