L’OROLOGIO DEGLI UCCELLI

Come nell’ambiente naturale l’orologio può servirci per altri scopi oltre alla misurazione del tempo, così al mattino la natura è in grado di rivelarci che ore sono, perlomeno sommariamente, senza bisogno dell’orologio. A questo scopo, oltre all’altezza del Sole dovremmo anche osservare gli uccelli e ascoltarne il canto.

Ma perché gli uccelli cantano?

Di sicuro non per allietarci con le loro melodie, e anche la pura e semplice gioia di vivere non è all’origine della successione di toni che emettono. In realtà il canto degli uccelli è qualcosa di analogo all’orina che i cani maschi spruzzano sui paracarri alzando la zampa posteriore: entrambe le azioni servono a marcare il territorio. E dato che il canto degli uccelli è un fenomeno effimero, va costantemente ripetuto.

Il messaggio fondamentale delle melodie ha questo significato per i rivali: «Non osare avvicinarti, perché questo giardino è già occupato!». Per le femmine invece il canto è indizio di un partner sano e robusto, per questo, ad eccezione di alcune specie, non prendono parte al concerto.

Le specie che mettono un notevole impegno nella produzione di una lunga successione di toni sono anche quelle che difendono con particolare violenza il proprio territorio. Tipici esemplari di questa categoria sono i merli e i pettirossi. I passeri domestici e i corvi comuni, altra specie che rientra fra gli uccelli canori, si limitano a “cantare”, ma in compenso si tollerano bene a vicenda e nidificano a distanze minime gli uni dagli altri.

Un giardino diversificato può fungere da habitat per le specie più disparate. Se però tutti gli uccelli cantassero contemporaneamente, la melodia dell’uno o dell’altro scomparirebbe nella confusione generale di voci. Affinché ciascun cantore possa essere sufficientemente apprezzato dai rivali o anche dalla sua amata, ogni specie si è specializzata a cantare in una particolare ora del mattino, o meglio, in base a una determinata posizione del Sole. Il punto di misurazione è il sorgere del Sole, un evento definibile in modo preciso.

Stupidamente questo momento continua a cambiare, poiché fino al 21 giugno si verifica ogni giorno un po’ prima, per poi cominciare a ritardare di volta in volta. Il canto degli uccelli non può quindi purtroppo sostituire validamente l’orologio da polso, nonostante le varie specie rispettino spesso con sorprendente precisione la loro finestra temporale a seconda del giorno.

Potete per esempio consultare una bella selezione di specie di uccelli con i rispettivi orari di canto nel documento “Uccelli canori in giardino”, scaricabile alla pagina Internet http://www.wwf.ch/it/attivi/bambini_ra-^gazzi/genitori/uccelli_canori/, da adattare al luogo in cui vi trovate.

Secondo questo sito, l’allodola comincia a gorgheggiare quando è ancora buio, una buona ora e mezza prima del sorgere del Sole.

A questo punto anche il piccolo codirosso si unisce al concerto.

Il merlo fa risuonare il proprio canto un’ora esatta dopo la comparsa del Sole, mentre il luì piccolo si aggiunge al coro mezz’ora dopo.

Una volta che il Sole si staglia sull’orizzonte, tutti gli uccelli cantano. Adesso, per stabilire che ore sono dovete ripiegare su altri esseri viventi, e precisamente sui fiori.

 

PETER WOHLLEBEN

Da “L’orologio della natura”  – Macro

Foto: Rete

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