Conservazione delle piante medicinali

 

In primo luogo è necessaria una cura particolare nel conservare, seccare ed immagazzinare. Sarebbe davvero un peccato se, per errore, dovesse andare persa una grossa quantità di questi preziosi doni della natura.

Le piante devono seccare in un luogo ombroso e devono essere girate spesso. Esse vanno appoggiate ad un materiale naturale che lasci filtrare l’aria (ideale sarebbe una griglia di legno, ma può andare bene anche della carta) e mai su piani uniformi di qualsiasi materiale. Le erbe non si conservano per più di un anno, ma ciò non dovrebbe causare grossi problemi visto che ricrescono ogni anno. Non bisogna dimenticare che non è necessario raccogliere molte piante alla volta. Misura, senno e sentimento dovrebbero essere di aiuto nello stabilire la quantità del raccolto.

Il momento propizio per l’immagazzinamento e la conservazione in vasetti o cartoni è sempre in luna calante, indipendentemente dal momento del raccolto. Mai riempire i recipienti in luna crescente: c’è pericolo di putrefazione.

I recipienti più adatti per la conservazione sono vasetti di vetro scuri e sacchetti di carta. Le piante rimangono secche, l’aroma si conserva più a lungo, i principi attivi si mantengono intatti. La luce produrrebbe effetti indesiderabili.

Ogni pianta ha bisogno di un periodo di tempo diverso per seccare. Bisogna tener presente che le piante colte in luna crescente, nel processo di essiccazione, attraversano ineluttabilmente un po’ di luna calante.

Non sempre è necessario essiccare le diverse componenti di una pianta separatamente. Per molte erbe medicinali e da cucina (maggiorana, timo, levistico, prezzemolo) basta fare un mazzetto e appenderlo a testa in giù in un luogo aerato finché si seccano, dopodiché basta riporle in un vasetto o in un sacchetto di carta. Si risparmia posto, è bello da vedersi e il profumo è piacevole. Questo procedimento si può applicare a quelle piante che si seccano in fretta e che se legate insieme non corrono il rischio di putrefazione.

Qualcuno potrà forse far notare che non tutti hanno la possibilità di andare nei campi a cogliere le piante se non addirittura di coltivarsele. A questo proposito va detto che spesso vanno bene anche le erbe acquistate in farmacia. Solo per le malattie croniche, per le malattie inguaribili è importantissimo il momento della raccolta e va assolutamente rispettato.

PREPARAZIONE E USO

Spesso le erbe medicinali sono più efficaci se ingerite crude, altre se ingerite cotte, vedi alcune verdure (salvia, fiori di sambuco), alcuni tipi di insalata (crescione, giovani denti di leone) o spinaci (ortica, licopodio). Ma ci sono anche altri metodi di preparazione e di uso:

Tè e infusi. Si tratta di una preparazione molto frequente, adatta a erbe giovani e che contengono olii eterici i quali evaporerebbero se sottoposti a una cottura prolungata.

Se ne mette un pizzico in una tazza e vi si versa sopra acqua bollente; si lascia agire, coperto da tre a dieci minuti. Di regola il té è pronto quando le erbe si depositano sul fondo. Le erbe che contengono olio (timo) non si depositano neanche dopo ore, è sufficiente lasciarle in infusione dieci quindici minuti. Il té va bevuto subito perché non perda i principi attivi.

-Decotti. Per piante contenenti principi attivi che si sprigionano difficilmente (amari, acido tannico), per legni, radici e steli. Non c’è un tempo di cottura stabilito, è una cosa che uno dovrebbe sentire, ma di regola non dovrebbe superare il quarto d’ora. Poche eccezioni richiedono mezz’ora. Per la cottura non devono essere usate pentole di acciaio, ferro, rame o ottone.

C’è chi dice che sia meglio aggiungere acqua calda alle erbe e chi afferma che le erbe vadano messe in acqua fredda e portate lentamente a ebollizione. A casa ho imparato questo secondo metodo e fino ad ora non ho scoperto i vantaggi del primo.

Estratti a freddo. Ci sono piante che non sopportano né la cottura né l’infusione in acqua calda. Queste piante devono rimanere in acqua fredda per tutta la notte e il giorno successivo si possono cuocere con dell’acqua fresca le erbe rimaste nel colino. In questo modo si utilizzano tutti i principi attivi.

Estratti. Il risultato normalmente è una pasta molto densa e versandovi sopra dell’olio d’oliva pressato a freddo si ottengono degli ottimi olii per massaggi.

– Succhi freschi. Alcune piante possono essere spremute. I succhi non si conservano e devono pertanto essere utilizzati subito (come bevande o come impacchi a seconda delle piante da cui sono stati ricavati).

 

– Tinture. Si tratta di estratti fluidi, ottenuti con della grappa. Si mette una manciata di erbe in una bottiglia e si aggiunge della grappa di mele, ad esempio, fino a ricoprire le erbe e si lascia così per due settimane in un luogo caldo.

– Pomate e miscugli per cataplasmi. Ci sono piante o estratti di piante che con l’aggiunta di elementi grassi possono essere usati come pomate o cotti per cataplasmi. Chi avesse la possibilità di comprare la carne da un contadino che alleva i suoi animali in modo naturale, dovrebbe approfittarne per farsi dare del grasso di maiale proveniente da un maiale macellato in luna piena. Forse lo stesso contadino sa che la carne è molto più succosa e si conserva meglio se la bestia è macellata di luna piena. Il grasso dovrebbe essere conservato a bassa temperatura, ma non nei giorni della Vergine perché potrebbe ammuffire.

Al grasso di maiale riscaldato va aggiunta l’erba fresca (particolarmente adatta la calendola) che dovrà friggere nel grasso qualche minuto (quanto una bistecchina). Dovrebbero bastare due manciate d’erba per un vasetto da marmellata di grasso. Lasciare riposare al freddo per ventiquattro ore. Il giorno successivo riscaldare delicatamente il miscuglio fino a renderlo liquido, colarlo in un vasetto pulito e conservarlo al buio. La pomata così ottenuta può lenire molti disturbi, in caso di tosse e bronchite, per esempio, da sollievo immediato se spalmata sul petto.

Tutto ciò va eseguito senza fretta, con amore e pazienza. Solo così si avvertirà quando la pomata è pronta, si indovineranno le dosi e le proporzioni di erbe e grasso. Per la cottura è bene usare pentole di smalto e per mescolare cucchiai di legno.

Il momento propizio per la preparazione delle pomate sono tutti i giorni di luna ascendente, tra Sagittario e Gemelli. Se non fosse possibile, evitare almeno Cancro e Vergine.

Per scherzo, nel corso delle mie conferenze, ripeto spesso che, comunque, nei giorni della Vergine non se ne avrebbe il tempo in quanto sono giorni da dedicare al giardinaggio per svasare e piantare fiori ed alberi.

Per preparare le pomate quello del plenilunio è un buon periodo. Le piante sono piene di principi curativi e ventiquattro ore dopo, quando si riempiono i vasetti, la luna calante garantisce una lunga conservazione.

– Cuscini di erbe. Sono un’ottima cosa, ma per farli non vanno utilizzate erbe protette. Le erbe vanno raccolte in luna crescente; in luna calante, invece, si mettono nei cuscini fatti di materiale resistente e naturale (lino, per esempio), ben cuciti ai bordi. Se le erbe sono state colte nei giorni del fiore, il loro profumo durerà a lungo.

Si scelgono le piante a seconda dell’uso che si vuoi fare del cuscino. Normalmente ad esso si richiede di sprigionare un aroma piacevole e rilassante e di alleviare reumatismi e allergie. Le erbe possono essere acquistate dal farmacista dal quale ci si può fare consigliare la composizione, ma per preparare il cuscino è necessario attendere la luna calante.

Quando c’erano ancora tante felci, si ricopriva un intero letto. La felce veniva cucita tra due lenzuola e messa nel letto, sotto i malati di reumatismi. Allo stesso modo si preparavano cuscini di licopodio se il paziente di notte soffriva di crampi. La felce è oggi giustamente protetta, ma si può comprare e, anche se non viene colta in luna piena, i principi curativi rimangono.

Per dare aria ai cuscini si consiglia di attendere che il tempo sia asciutto e di non farlo quando nell’aria c’è umidità.

 

Johanna Paungger – Thomas Poppe

Da “Servirsi della Luna” – Tea

Foto: Rete

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