Tolstoj – IL LUPO E IL CONTADINO

 

Dei cacciatori davano la caccia ad un lupo. Il lupo, fuggendo, urtò un contadino che usciva da un granaio con una sbarra e unsacco.

— Buon uomo — disse il lupo — nascondimi. Sono inseguito dai cacciatori.

Il contadino, mosso da pietà, nascose il lupo nel sacco, che si pose sulla spalla. I cacciatori giunsero al galoppo e gli chiesero se avesse visto un lupo.

— No — rispose il contadino.

Non appena i cacciatori si furono allontanati, il lupo balzò fuori dal sacco per mangiare il contadino.

— Lupo! Devi proprio essere senza coscienza: io t’ho salvato e tu mi vuoi mangiare!

Il lupo rispose:

— I benefici! altrui sono presto dimenticati.

— No: un beneficio ricevuto non si dimentica. Informati, tutti diranno che non dobbiamo dimenticare il bene che ci è stato fatto.

— Facciamo la strada insieme. Vuoi? — propose il lupo — Al primo venuto che incontreremo porremo la domanda: «Un beneficio ricevuto è presto dimenticato, o non si dimentica?»

Se la risposta è: «Non si dimentica», ti lascio andare, ma se è: «Presto è dimenticato», io ti divoro.

Incontrarono una vecchia giumenta che non aveva più la vista buona. Il contadino l’interrogò:

— Dimmi un po’, giumenta, che ne pensi: si dimentica un beneficio ricevuto o non lo si dimentica?

La giumenta rispose:

— Io ho vissuto dodici anni col mio padrone, gli ho dato dodici puledri senza smettere di tirare i suoi carri e di lavorare la terra. L’anno scorso ho perduto la vista ma ho continuato a lavorare: macinavo il grano. L’altro giorno non ce l’ho fatta più a girare sempre in tondo e sono caduta sotto la ruota. Quanto mi hanno battuta! Fui trascinata per la coda fino al burrone, e precipitata di là. Mi sono trovata ad un tratto in fondo, ne sono uscita a fatica, ma per andare dove? Non ne so nulla.

— Buon uomo, tu lo vedi: i benefici ricevuti sono presto dimenticati.

Il contadino rispose:

— Aspetta; interroghiamo ancora.

Più lontano, trovarono sulla loro strada un vecchio cane che avanzava a fatica, trascinandosi sulle zampe posteriori.

Il contadino disse:

— Vediamo, cane! Dimmi che ne pensi: un beneficio ricevuto è presto dimenticato, o non si dimentica?

— Io ho vissuto col mio padrone per quindici anni; ho custodito la casa, ho abbaiato a tempo e mi sono slanciato per mordere. Ma sono diventato vecchio e ho perduto i denti. M’hanno scacciato dalla fattoria: peggio, m’hanno caricato di colpi con un timone rotto. Come vedi, cammino come posso, per fermarmi non so dove, in ogni caso il più lontano possibile dal mio antico padrone.

Il lupo allora:

— L’hai udito.

Ma il contadino ripetè:

— Aspetta ancora un terzo incontro.

Incontrarono una volpe. Il contadino le disse:

— Volpe, che cosa pensi di questo: un beneficio ricevuto è presto dimenticato, o non si dimentica?

— Che t’importa? — disse la volpe — Perché questa domanda?

— Perché? Questo lupo, che tu vedi, fuggiva dai cacciatori. Mi implorò di salvarlo e lo nascosi in questo sacco. Ed ora mi vuoi mangiare.

— Un grosso lupo in questo piccolo sacco! Raccontalo ad altri! Non è possibile! Se io vedessi ciò, allora vi direi chi di voi due ha ragione.

Il contadino replicò:

— Esso vi entra tutto: non hai che da chiederglielo.

Il lupo disse:

— È così.

Allora la volpe:

— Non crederò questo finché non l’avrò visto coi miei occhi. Fammi un po’ vedere come hai potuto entrare là dentro.

Il lupo mise la testa nel sacco e disse:

— Ecco come ho fatto.

La volpe:

— Ti dico di entrarvi tutto intiero: non vedo ancora bene come hai potuto fare.

Il lupo entrò tutt’intiero nel sacco. Allora la volpe disse al contadino:

— E ora fa un buon nodo!

Il contadino passò una corda attorno al sacco. E la volpe disse:

— Contadino, è il momento di far vedere se sai come si batte il grano sull’aia!:

II contadino, molto contento, prese una sbarra e picchiò sul lupo.

Quando il lupo non si mosse più, egli si volse alla volpe:

— Volpe — disse — vuoi sapere come si batte il grano sull’aia?

E le assestò un gran colpo di sbarra sulla testa. La volpe morì e il contadino esclamò:

— Decisamente, un beneficio ricevuto è presto dimenticato!

 

LEONE TOSTOJ

Da “I quattro libri di lettura” – Liguori Editore

Foto: Rete

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