I frantoi di Talete

 

 

L’aneddoto dei frantoi di Talete è un celebre racconto che la tradizione riferisce alla vita del filosofo milesio, primo dei Sette saggi.

A riportare l’episodio è Aristotele, nella sua Politica. Al centro dell’aneddoto sta il rilievo e l’utilità della pratica filosofica e la sua presunta inadeguatezza ai bisogni della vita quotidiana. Si tratta di temi in parte correlati a un altro celebre episodio, dai risvolti comici, riguardante anch’esso la vita del filosofo presocratico, tramandatoci da Platone: la caduta nel pozzo di Talete intento all’osservazione astronomica e della conseguente irrisione da parte di un’arguta servetta trace.

Entrambi gli accadimenti, infatti, vertono sulla considerazione nella quale è tenuto il filosofo e in generale il sapiente, percepito come lontano dalle cose terrene e incapace di agire in maniera adeguata alle esigenze della vita, secondo l’archetipo, già allora vivo, e poi divenuto un paradigma universale, del «professore distratto»

Aneddoto

Secondo quanto riportato da Aristotele, Talete era criticato dai suoi concittadini per lo stato di povertà nel quale lo relegava la pratica coerente della sua inclinazione filosofica. Queste accuse nei confronti della filosofia lo avrebbero spinto a un gesto, di valenza essenzialmente pratica, che smentisse le insinuazioni sull’inutilità della ricerca teoretica: avendo previsto, grazie alle sue conoscenze astronomiche, un abbondante raccolto di olive, Talete, quando si era ancora in inverno, avrebbe raggranellato una piccola somma di denaro con la quale, distribuendo dei piccoli anticipi sui guadagni futuri, avrebbe preso in affitto per poco prezzo, essendosi in periodo di bassa richiesta, tutti i frantoi di Mileto e della vicina isola di Chio. Il suo piccolo investimento si sarebbe trasformato in un grande profitto con l’avverarsi delle sue previsioni nella stagione della raccolta delle olive, durante la quale avrebbe potuto fissare l’affitto dei frantoi in regime di monopolio. In questo modo, Talete – conclude Aristotele – dimostrò ai denigratori della ricerca del sapere quanto sia falsa l’opinione comune e quando facile sia, per un filosofo, arricchirsi con le sue conoscenze, al solo volerlo, anche se il fine della filosofia è la ricerca libera e disinteressata e non il perseguimento di ciò che Aristotele chiama la crematistica (da χρήματα, in gr. ricchezza), ovvero l’arricchimento personale.

L’aneddoto fornisce uno spunto storico anche ad argomentazioni e riflessioni di natura diversa e filosofica. Da un punto di vista economico e finanziario, il comportamento di Talete è indicato da alcuni come esempio di una felice applicazione di schemi e metodi predittivi tipici del comportamento imprenditoriale. Ma economisti e giuristi vi ravvisano anche la prima testimonianza storico-letteraria della messa in atto di uno strumento derivato: la distribuzione di anticipi, infatti, conferiva a Talete un’opzione il cui strumento sottostante era l’utilizzo dei frantoi al verificarsi di certe condizioni di convenienza economica. (wikipedia)

Chi era Talete?

Talete nacque verso la fine del VII secolo a. C. a Mileto, una colonia greca sulle coste dell’Asia Minore (l’attuale Turchia). La stessa città diede i natali anche ad Anassimandro e Anassimene, che insieme a Talete sono considerati inventori e iniziatori della filosofia. Ricordiamo tutt’oggi questi tre con il nome di filosofi “milesii” o “ionici” (dal nome della regione in cui si trovava Mileto, la Ionia).

Talete e l’indagine sulla physis

I primi filosofi sono ricordati anche come “naturalisti” (o fisici) perché si occuparono perlopiù di riflettere sulla physis, una parola greca che si può tradurre con “natura”. La parola greca physis veniva dal verbo phyomai, che significa “generarsi”. I milesii intendevano la natura come mutamento, come tutto ciò che si muove, cambia, cresce e si sviluppa nell’universo.

Talete si preoccupò di indagare le caratteristiche generali dell’universo, di tutto ciò che esiste. Qual è l’elemento che permane stabile al di là dei cambiamenti, dei processi di generazione e corruzione? Quale elemento si trova dappertutto, come un minimo comune denominatore della realtà?

Aristotele scrive che Talete individuò questo elemento, l’arché, il principio, nell’acqua e perciò affermò che la terra galleggiava sull’acqua. Secondo Aristotele, Talete desunse che il principio fosse l’acqua dal fatto che il nutrimento di tutte le cose è umido, e che perfino il caldo si genera dall’umido e vive nell’umido. Siccome, scrive Aristotele, «ciò da cui tutte le cose si generano è, appunto, il principio di tutto», allora Talete deve aver concluso che l’arché fosse l’acqua.

Il pensiero di Talete fra novità e tradizione

Non sappiamo se Talete avesse effettivamente seguito il ragionamento logico che gli attribuisce Aristotele, o se si tratti di un anacronismo. Quel che è certo, tuttavia, è che Talete, insieme agli altri filosofi milesii, proponeva delle questioni inedite al sapere dell’epoca. La questione del principio, dell’arché, non apparteneva alla tradizione mitologica e sapienziale greca. I miti narravano le origini del mondo e degli dèi, le gesta di divinità ed eroi, nonché favole e leggende di ogni tipo. Ma la tradizione mitologica non conosceva il problema dell’arché e l’indagine della physis. Queste furono le novità introdotte dai primi filosofi.

Talete occupa una posizione intermedia fra la tradizione sapienziale e la filosofia, come se stesse esattamente al limite tra la fine dell’una e l’inizio dell’altra. Diverse fonti, infatti, lo annoverano fra i cosiddetti Sette Sapienti. I Sette Sapienti sono un gruppo di saggi la cui identità si perde fra il mito e la storia. Molte fonti ne parlano, annoverando fra loro personaggi diversi. Ai Sette Sapienti sono attribuite, a seconda dei casi, massime morali, indicazioni etiche, sentenze politiche, chiaroveggenza e capacità terapeutiche.

Talete precursore del metodo sperimentale

Talete è considerato da Aristotele in poi il primo filosofo del pensiero occidentale che iniziò la ricerca della archè, il principio. Il suo metodo di analisi della realtà lo rende una delle figure più importanti della conoscenza scientifica deviando dai discorsi esplicativi forniti dalla mitologia anche se lontano nel tempo, si può considerare un precursore del metodo sperimentale, Talete, seppure legato a un ragionamento astratto sulla realtà, favorì la concezione naturalistica dei filosofi della scuola di Mileto caratterizzata da osservazione dei fenomeni e dimostrazione puramente logica. Per questo il filosofo greco è considerato il primo a chiedersi di cosa sono fatte le cose o qual è la loro origine. Queste domande portarono Talete, anche probabilmente influenzato dalle culture egizie e babilonesi, a considerare l’acqua come principio di vita.

In https://www.studenti.it/talete-biografia-e-pensiero-filosofico.html

FOTO: Rete

 

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