“VERBICARO”, di F. Farace

 

 

C’è tutta la malinconia dei nostri paesi, che lentamente si spopolano, in questo bel quadro di Franco.

 “È uno scorcio di Verbicaro, adesso è crollato tutto”, dice Franco. Il segno di un’epoca.

“Nell’universo contadino da cui provengo, nei paesi, nei grandi centri, lo spazio abitato era definito rispetto a un centro, la casa, il campanile, il paese. La casa era il «centro» di quel «centro del mondo» che a sua volta era il paese. Luogo di fondazione mitica, proiezione dell’io, centro di unità produttiva e lavorativa, luogo della famiglia, del ritorno dei morti, della nostalgia e della memoria, rifugio, punto di partenza da cui cominciava il viaggio nel mondo e dove quasi sempre finiva. Nella mia cultura di origine, «mi ricogghiu» significava ritirarsi a casa, appartarsi, mettersi in meditazione, tranquilli, sentirsi al sicuro con sé stessi e con i propri familiari.” (Vito Teti)

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