PARMARIJA – Il fabbro geloso

 

In un paese viveva un uomo molto geloso. Era fabbro e aveva paura di sposare, in quanto era convintissimo che la moglie lo avrebbe cornificato; e lui quest’idea proprio non la sopportava.

Ma tutti i compaesani gli ripetevano:

“Maestro Pasquale, sposatevi, sposatevi, altrimenti, quando sarete vecchio, non ci sarà nessuno che abbia cura di voi.”

Mastro Pasquale capiva l’importanza del consiglio e constatava da sé che vivere da soli è molto duro. Decise di ammogliarsi; ma pensò di cercare la donna più brutta del mondo, in modo che nessuno la desiderasse. Girò tutti i paesi vicini e lontani. Finalmente trovò una donna dal viso così orrendo, che faceva ribrezzo solo a guardarlo di sfuggita.

“Questa donna fa per me”, disse mastro Pasquale.

La sposò e se la portò a casa sua. Non le permetteva di uscire, o di affacciarsi alla finestra. Né permetteva che qualcuno, uomo o donna, entrasse in casa sua, nonostante sua moglie fosse così brutta, che egli stesso non riusciva a darle un’occhiata con tranquillità. Tanto è vero che si coricavano in camere separate e che, quando egli aveva le sue voglie, le faceva mettere un asciugamano sulla faccia per evitare di guardarla in viso.

Giù da basso mastro Pasquale aveva la forgia. Ogni volta che lo assaliva il desiderio di liberarsi dei brutti pensieri, dava due colpi di martello sull’incudine per avvisarla. La moglie, appena sentiva i due colpi, lo aspettava pronta sul letto con l’asciugamano sulla faccia. Egli saliva e si accomodava; e presto ridiscendeva e riprendeva il suo lavoro con più lena.

Un giorno però accadde quello che proprio non doveva accadere.

Mastro Pasquale aveva preso un ragazzo a cui insegnava il mestiere. Questo ragazzo si meravigliava delle martellate e del salire in fretta le scale e dello scendere del maestro. Si disse che prima o poi avrebbe scoperto cosa mai fosse questo mistero del salire e ridiscendere. Un giorno, mastro Pasquale dovette recarsi alla fiera, per acquistare materiale. Disse al discepolo:

“Nel frattempo finirai questi lavori, così e così. Non permettere a nessuno di andare su, e tu stesso non ti muovere dalla forgia. Capito? “

II ragazzo, che era molto sveglio, disse: va bene, va bene; ad ogni raccomandazione del maestro.

Mastro Pasquale partì. Il discepolo, quando si persuase che il maestro era lontano, diede due colpi di martello sull’incudine e salì di corsa le scale. Che grande sorpresa lo aspettava! Per tre volte egli salì e ridiscese le scale e per tre volte egli trovò la donna pronta sul letto, con l’asciugamano sul viso, a riceverlo.

Sul tardi torna il fabbro dalla fiera e subito batte il martello sull’incudine.

“Gesù, Gesù! ” disse la donna. “Oggi è impazzito! ” Si fece pronta per riceverlo.

Il fabbro salì di volata le scale… e mentr’era tutt’arzillo, la moglie osservò:

“Oggi non ti stanchi più! Che t’è preso?”

“Non mi stanco più?!! Che dici?”

“E’ tante volte che sali e scendi.”

“Dio mio!” esclamò l’uomo disperato e sconfitto. “Ti avevo presa così brutta sicuro di non essere cornificato, invece!…”

Fu assalito da una furia cieca contro il suo triste destino. La prima cosa che pensò fu di scappare dal paese e girare per il mondo, in modo di dimenticare la sua strana avventura… E ancora continua a girare, mentre al suo paese qualche volta si parla di lui a mo’ d’esempio; e spesso qualcuno conclude:

“L’uomo geloso, muore cornuto.”

 

Da MITI, RACCONTI E LEGGENDE DI CALABRIA, di S. Strati – Gangemi

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