Strada disabitata, in mezzo agli orti
piena di fiori e di malinconia,
strada che mena al soggiorno dei morti
che frequenta la mia nostalgia:
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strada silenziosa dove l’erba
prospera come in un vecchio monastero,
solitaria straducola che serba
come un sentor di ceri e di mistero.
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Quante bare passarono per questa
via da cui non si ritorna mai!
Quante bare emigrarono a la mesta
devozione dei funebri rosai.
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Di Corrado Govoni