Una volta si racconta che c’erano due compari mulattieri; uno stava con Dio e l’altro col diavolo. Un giorno, in viaggio, uno disse all’altro:
«Compare, il diavolo aiuta sempre».
«No, – rispose l’altro ~ se uno sta con Dio, Dio l’aiuta».
E a furia di dire sì e dire no:
«Compare, – disse quello che stava col diavolo – scommettiamo un mulo».
In quel momento passò un Cavaliere – che era il diavolo – e loro gli chiesero chi dei due avesse ragione.
«È vero, – rispose il Cavaliere – il diavolo aiuta sempre».
E quel poveretto perse il mulo. La cosa andò avanti, e il povero compare che stava con Dio perse tutti i muli. Alla fine, disperato, quello se ne scappò per le campagne, e il compare se ne tornò a casa.
La moglie del compare scappato, non vedendolo più tornare, cominciò a pensare che l’altro compare l’avesse ammazzato e perciò lo fece mettere in carcere. Intanto, il compare che stava con Dio si mise in cammino, e cammina cammina trovò una grotta piena di cespugli e, siccome s’era fatto buio, ci entrò. Tutto a un tratto, vide che là dentro si ritiravano in tanti – erano i diavoli. Il diavolo grande chiedeva a ognuno di loro di raccontare che cosa aveva fatto: uno raccontò la storia dei due compari; un altro gli raccontò che aveva fatto andare per traverso una lisca di pesce nella gola della figlia del Re di Russia.
«E siccome nessun medico è riuscito a levargliela, lei finirà all’inferno. Hanno chiamato tutti i medici, ma nessuno è riuscito a farci niente. Per levargliela ci vogliono tre gocce di tre chicchi di uva agresta della pergola del suo balcone».
«Zitto, – gli risponde il diavolo grande – guarda che i muri hanno occhi e i cespugli hanno orecchie».
Sentito questo discorso, il primo pensiero del compare l’indomani fu di vestirsi da dottore e partire per la Russia. Appena arrivò, trovò tutti i medici a consulto, nella stanza della Reginetta. Appena lo videro, scoppiarono a ridere; ma il Re decise di vedere che cosa riusciva a fare, e lo lasciò da solo con la Reginetta. Il compare prese i tre chicchi di agresta, li strizzò nella gola della ragazza, e quella, da morta che era, si riprese.
Immaginate la contentezza del padre; non sapeva più cosa regalare a quel compare: lo caricò d’oro e lo fece accompagnare fino al suo paese.
Arrivato di notte, la moglie non gli voleva aprire perché, siccome l’aveva dato per morto, temeva che fosse qualche spirito; ma alla fine si decise e quando lo vide con tutti quei denari non sapeva più cosa pensare, lì marito le raccontò tutto quanto e l’indomani cominciò a costruirsi un bel palazzo.
L’altro compare, vedendolo tornare così ricco, gli chiese: «Compare, come avete fatto?». Il gli raccontò quello che era successo e disse:
«Ve lo dicevo io che se uno sta con Dio, Dio l’aiuta!».
La sera, il compare pensò di andarci pure lui alla grotta. I diavoli si ritirarono e uno di loro raccontò al diavolo grande tutta la faccenda:
«Te l’avevo detto io, che i muri hanno occhi e i cespugli hanno orecchie! Presto, diamo fuoco a tutti questi cespugli!».
E il povero compare diventò cenere per aver creduto che il diavolo aiuta sempre e per aver provato una certa invidia.
Raccolta da Giuseppe Pitrè
FOTO: Rete