Orsomarso e il suo dialetto: VUMMULO

 

VUMMULU: vaso di terracotta a pancia larga e collo stretto; orciuolo.

Origine: dal greco βομβυλη (bombule).

U vummulo, recipiente umile per acqua o vino. Rimanda al tempo contadino, oggi è non è più in uso. Era recipiente prezioso d’estate, quando l’arsura rendeva ancora più faticoso il lavoro ed ansioso il desiderio di fresco e d’acqua. La sua forma panciuta, il collo stretto e due bei manici, lo rendevano adatto a conservare freschi sia l’acqua che il vino. Ce n’erano di capacità diversa.  Per tapparlo si usava il sughero o un pezzetto d’un ramo di mulio.

Avevo circa dieci anni ed ero in campagna alla Mulina coi miei genitori. Faceva caldo. Quando u vummulo si svuotò, mio padre mi disse di andarlo a riempire alla vrisa a Marunnedda. Dopo averlo riempito e tappato bene me lo misi sulla spalla, per andare più comodo a portarlo. Arrivato al campo, affaticato, lo poggiai per terra pesantemente. Beccai un sasso che lo bucò. Lo dissi a mia madre. “Scappa, perché tuo padre ti mena”. Da lontano sentivo le sue minacce. Andai gironzolando un paio d’ore. Quando li sentii discutere serenamente, tornai piano piano, sempre un po’ guardingo. Mia madre, con calma, era riuscita a diradare la tempesta. Mi buscai solo una ramanzina e promesse di legnate se non imparavo a stare più attento.

In realtà ho preso botte da mio padre solo una o due volte.

Ogni tanto fantastico di trovarli ancora a casa sotto gli ilici che mi aspettano e chiacchierare con loro… Ma il tempo è scaduto da un pezzo.

 

 

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