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Ci sono libri con cui entri in sintonia subito, perché sanno come arrivare nelle zone profonde della mente e del cuore. “L’ETERNITA’ BREVE”, di Cosma Pantalena, è uno di questi. I poeti, come Cosma, hanno il dono di saperci portare nel dolcissimo mondo della poesia con naturalezza. E mentre raccontano emozioni, scampoli di vita o spingono lo sguardo oltre l’orizzonte, ci rivelano a noi stessi.
Leggetelo questo libro. Lentamente. Vi regalerete momenti di grazia.
Ubi maior minor cessat
Cedo volentieri la parola all’editore che aiuta a cogliere tutta la bellezza e la profondità di “L’eternità breve”.
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L’eternità breve cammina- prendendo in prestito l’immagine dalla grande Alda Merini – «nel cerchio di un pensiero» e traduce così il senso del ciclico perpetuarsi d’ogni esistenza umana che, pur nell’insindacabile sua finitezza, può eternarsi nella parola. Quando un’«impietosa schiera di monti» gli nega la possibilità di penetrare il mistero dell’origine, quando l’anima è inchiodata a terra per il peso del corpo, quando «dure porte» si chiudono al «cuore trepidante», è lì che la parola rompe i sigilli, strappa il velo del mondo e scopre la strada verso i «campi inesplorati» della verità che è salvezza; che è la rivelazione della voce.
È purtuttavia poesia che parla di illusione, quella di Cosma Francesco Pantalena, ma è anche logos in grado di frantumare verso dopo verso «nubi di piombo» per lasciare spazio alla luce. Perché è, insomma, l’anello che non tiene di montaliana memoria, la maglia che i versi del poeta sanno – pur mai ammettendolo nemmeno a se stessi – di poter scardinare, per superare quel velo sottile, una linea appena, che ci separa tutti dal quid definitivo.
Anche la natura partecipa al processo creativo della poesia, come organismo spesso inospitale tra «tenebrose vastità», «tumulti di torbide nubi», «duri scogli », «attraverso ecatombi e diluvi» e si offre al poeta che, nonostante tutto, sa godere del «tepore di un sole pietoso», assaporare goccia a goccia la bellezza intatta della rugiada «in verginal candore accolta / sul grembo d’una foglia» e affondare dentro il suo pur breve tempo, tenacemente, le sue radici.
Quando Ungaretti urlava «Eppure, eppure griderei: […] / Non mi lasciare, resta sofferenza» esprimeva il senso del dolore e della perdita che i vari componimenti di questa raccolta, come cerchi concentrici di un tronco ormai reciso, custodi della memoria di una vita, riflettono al lettore nello sforzo deterministico di definire l’eternità di un’esistenza.
«Il barlume di grandi perché» negli occhi di un vecchio racchiude tutta l’agonia del tempo che si consuma, ricordando l’amato padre e le ferite di un cuore che ormai vive di ricordi, inquieto come il grande mare «ch’eterno smania / senza speranza di acquietarsi mai». Ma fissare questo «orizzonte inquieto» è proprio la forza della silloge di Pantalena, capace di esprimere nella sua interezza i travagli di una vita che nasce dal nulla e al nulla, grazie al potere miracoloso della parola, non del tutto ritorna. Una poesia che, tra luci e ombre, malinconia per ciò che non è più ma palpitante di vita, continua a schiudere mondi, rivelare formule e – per concludere “nel cerchio di un pensiero” – si scopre sempre in grado di afferrare nella sua esattezza conoscitiva una, e una sola verità soltanto: L’eternità breve.
L’EDITORE
Dalla Prefazione
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Dettagli
Titolo: L’eternità breve
Autore: Cosma Francesco Pantalena
Editore: LuoghInteriori
Collana: La coda dell’occhio
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 28 febbraio 2022
Pagine: 72 p., Brossura
Prezzo: 12 euro
EAN: 9788868643294
Si può acquistare nelle librerie o tramite Internet